«Chi è indifferente è complice delle mafie». Nelle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, c’è il senso delle iniziative di questi giorni a Torre Annunziata per dire no alla Camorra.
La recrudescenza della violenza camorristica è figlia anche di un’indifferenza della società civile ma anche di una politica autoreferenziale.
Sandro Ruotolo richiama, nei giorni in cui ricorre l’anniversario della morte di Giancarlo Siani, ad un maggiore impegno per coloro che lavorano nel mondo dell’informazione e ad un “giornalismo civile” che non si limiti alla cronaca ma che produca inchieste e denunce.
Paolo Siani ricorda che suo fratello Giancarlo non si occupava solo di camorra ma soprattutto dei giovani e del mondo del lavoro, lì era concentrato il suo impegno.
Per il deputato del PD bisogna partire proprio dai giovani, dalla formazione e dal lavoro per battere la camorra, non solo con le forze dell’ordine .
La lotta alla camorra non è solo repressione – secondo Paolo Siani – ma bisogna indirizzare fondi sul lavoro e sullo sviluppo che dovranno arrivare dal Recovery Found.
Dopo la manifestazione tenutasi a Villa Parnaso, una delegazione del Comitato per la liberazione dalla camorra e dal malaffare è stato ricevuto dal prefetto Valentini, il quale ha ricordato che, come in nessun altro paese del circondario, ci sono state quattro riunioni del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica e che ci sono 300 persone che sono condannate on via definitiva per fatti di camorra.
Nelle parole del Prefetto c’è una conferma che lo Stato c’è, forse manca la volontà locale di un’attenzione maggiore su questi temi.
Negli interventi di Fabiola Staiano, di Tania Cerrato e don Ciro Cozzolino c’è il richiamo alla cittadinanza di unirsi per fare fronte comune contro la Camorra e disarmare la città dalla camorra e dal perbenismo di chi è indifferente.
Massimo Napolitano