Pompei e Bartolo Longo protagonisti in “Mala fede”, il nuovo romanzo del giornalista Giovanni Taranto

Giallo. Nero. Anzi, noir. Con una punta di rosso. E la punta è quella della coda del diavolo, che fa capolino fra le pagine di “Mala fede”.

Il nuovo romanzo del giornalista Giovanni Taranto, pubblicato da Avagliano, in tutte le librerie dal 29 settembre, vede l’ormai famoso Capitano Giulio Mariani alle prese con una intricata vicenda che esplora gli abissi del satanismo a Napoli e nel Vesuviano, e il rapporto distorto tra mafie e religione.

Al centro di tutto, Pompei. Il romanzo propone anche un’attenta narrazione di eventi reali che hanno segnato il profondo percorso di fede e nuova conversione di Bartolo Longo, una delle figure più carismatiche del cattolicesimo vesuviano, il cui passato oscuro è ignoto ai più.

Una trama dal ritmo coinvolgente, nella quale non mancano gli spazi per lo humor, le tradizioni e il “vesuviano-pensiero” cui l’autore ci ha abituati, e che stanno riscuotendo successo in tutta Italia.

Un mix esplosivo che funziona al punto da aver suscitato l’entusiasmo di uno dei giganti del giallo e del noir italiano: Carlo Lucarelli.

“Per fare un bel libro ci vuole una buona storia – ha scritto nel lancio del romanzo di Taranto –  e quella di Mala fede lo è, profonda, misteriosa e intrigante, di respiro internazionale. Ci vuole lo stile giusto, e questo, così teso, veloce, ricco e sorprendente, lo è di sicuro”.

A far funzionare la storia, come già nei precedenti romanzi, c’è soprattutto la personalità dirompente del protagonista: il romano Mariani, inviato al comando di una Compagnia dell’Arma nel golfo più bello del mondo. Perché, anche avendo una trama che funziona alla grande, spiega ancora Lucarelli, “…anzitutto ci vuole un grande personaggio che ce la racconti. Ecco, il capitano Mariani non è il solito detective da romanzo giallo, è un vero e proprio “uomo che cerca”: inquieto, appassionato e tenace. Ironico e acuto. Soprattutto umano. Il punto di vista giusto per far luce nella complessa metà oscura di una realtà contraddittoria, grottesca e feroce come la Napoli, il Vesuviano, l’Italia e il mondo, tanto degli anni Novanta, in cui è ambientato il romanzo, quanto di oggi”.

Squadra che vince non si cambia, e ad affiancare “’o Capitano”, come lo chiamano ormai tutti, ci saranno di nuovo la Pm Clara Di Fiore, il Maresciallo Di Filippo e il Brigadiere Soriano del Nucleo Operativo nonché l’amico nerista Gianluigi Alfano. Con loro il detective dell’Arma dovrà fare luce su un duplice (o quadruplo?) anomalo rapimento, fatti di sangue e il furto d’arte del secolo, sfiorando perfino un incidente internazionale.

Tutto ha inizio quando un gruppo di misteriosi individui decide di colpire al cuore quello che forse è il centro più sacro della fede vesuviana. Un piano diabolico, studiato nei minimi dettagli, per sottrarre un oggetto-simbolo caro a milioni di fedeli, oltraggiarlo e distruggerlo in nome di una perversa devozione all’Oscurità. Eventi apparentemente inspiegabili e segnali inquietanti si intrecciano gettando sulla vicenda l’ombra del soprannaturale, fino al compimento del crimine in modo clamoroso e inspiegabile. Ad agire sono stati uomini o qualcosa arrivato dagli abissi del male? Sarà la razionalità del capitano Mariani a dover arginare il panico e trovare la soluzione di un caso che mescola misteriose sette e criminalità comune, agenti del Vaticano e incursioni della camorra.

“Mala fede” chiude la prima trilogia delle indagini del Capitano Mariani, e apre la strada alla seconda. Taranto ha esordito in campo letterario con La fiamma spezzata (Avagliano, 2021). Il romanzo successivo, Requiem sull’ottava nota (Avagliano, 2022), è stato vincitore del Premio Mysstery 2023 al Festival del giallo di Napoli.