È la cattiva abitudine della politica, anche internazionale, di infiltrarsi in ambiti dove di politico non c’è assolutamente nulla. Questa volta ad essere al centro della scena politica internazionale, è il prestigioso concorso di bellezza “Miss Universo”, che quest’anno dovrebbe tenersi in Israele. Dopo i tantissimi appelli per boicottare nel 2019 l’Eurovision a Tel Aviv, ora è Miss Universo il campo di battaglia sul quale si combatte una nuova “guerra” contro Israele.
La 70a edizione del celebre concorso di bellezza avrà luogo il prossimo 12 dicembre 2021 nel Sud di Israele, precisamente a Eilat. “La città – come sostiene Paula M. Shugart, presidente della Miss Universe Organization – è stata scelta per la sua ricca storia, i bellissimi paesaggi, la miriade di culture e il fascino di destinazione turistica globale”.
Andrea Meza, Miss Universo in carica: “È in corso un boicottaggio”
Come riporta Il Foglio, a scendere in campo a difesa del concorso e a dichiarare che il concorso non deve essere politicizzato e che è in corso un boicottaggio di carattere internazionale, è stata nelle ultime ore Andrea Meza, la Miss messicana in carica che consegnerà la corona.
Anche se stati come il Marocco e gli Emirati Arabi Uniti grazie agli accordi di Abramo stipulati con Israele saranno a presenti Eilat per il concorso, è noto che ci sono pressioni sugli altri concorrenti affinché si ritirino per manifestare “solidarietà ai palestinesi”. Pacbi, un gruppo di attivisti palestinesi e membro fondatore del movimento per il boicottaggio, ha invitato i paesi concorrenti a Miss Universo a ritirarsi dal concorso per non “danneggiare la lotta”.
Sono molti i paesi che stanno ritirando le loro candidate a Miss Universo: la Malesia e il Sudafrica, che sono sostenitori dichiarati della causa palestinese, si sono già mossi. La Miss della Malesia non parteciperà al concorso e il governo del Sudafrica invece ha ritirato il suo sostegno alla Miss Lalela Mswane, che si è opposta al boicottaggio, citando le “atrocità di Israele contro i palestinesi. Il governo, in quanto legittimo rappresentante del popolo sudafricano, non può in buona coscienza associarsi a esse”.
“Ognuno con credenze diverse, con background diversi, con culture diverse, si unisce agli altri e quando sei lì ti dimentichi della politica, della tua religione” – ha dichiarato Meza prima di un tour della Città Vecchia di Gerusalemme. “Si tratta solo di abbracciare altre donne”. Molti stati hanno dimostrato di non essere interessati a questo abbraccio, anzi: si sta utilizzando ogni cosa per andare contro Israele, anche un concorso di bellezza.