Si inasprisce lo scontro tra i comitati per la Salute pubblica della zona vesuviana e i rappresentanti dell’azienda sanitaria Asl Napoli 3 Sud.
Le promesse di convocazione di una conferenza di servizi tra i sindaci del territorio e il dirigente dell’Asl sono rimaste su carta – esordiscono i rappresentanti dei comitati mostrando tutta la loro arrabbiatura e delusione –. I sindaci di Torre Annunziata e Boscotrecase si erano impegnati in prima persona e siamo convinti che se non c’è stato un seguito alle loro richieste la responsabilità è da individuare esclusivamente nella politica regionale e nei dirigenti dell’ospedale “Sant’Anna-Madonna della Neve”.
Duro l’intervento dei comitati – diffuso attraverso un comunicato stampa – che individua nel direttore sanitario, “Dottor D’Onofrio quale responsabile principale della salute dei vesuviani, reo – a loro dire – delle sue omissioni, delle mancate cure, di un mancato piano organizzativo che faccia da cuscinetto all’impoverimento sanitario di questa area”.
Durante l’assemblea tenutasi ieri, i comitati hanno evidenziato il perdurare di un’emergenza che non è giustificabile più: “Abbiamo bisogno di certezze di cure per l’immediato – anche attraverso il riutilizzo dell’ex ospedale di Torre Annunziata – e la sicurezza che per il futuro l’ospedale di Boscotrecase non diventi un vaso di coccio in mezzo alle politiche regionali sanitarie che vorrebbero indirizzare i fondi previsti dal recovery found esclusivamente nelle aziende sanitarie dei capoluoghi di provincia”.
E tra Napoli e Salerno – evidenziano i comitati – a farne le spese sarebbe proprio un territorio che ha un bacino di utenza di più di 500mila abitanti i quali si rivolgevano (80mila prestazioni annue) al pronto soccorso di Boscotrecase.
Sono molte le associazioni afferenti al mondo femminile che hanno dato vita a questa protesta – Mamme Vulcaniche, Fenicie Vulcanica, Catena Rosa – le stesse che hanno guidato il movimento che ha portato alla vittoria nella protesta contro la discarica di Cava Sari.
Tali associazioni chiedono che i consultori locali siano potenziati e che offrano prestazioni adeguate e che i reparti di neonatologia e ginecologia ritornino ad essere presenti nel territorio torrese-boschese.
“Ci diranno che i piani finanziari, i regolamenti e le leggi non permetteranno che si possa ottenere una sanità basata su un efficiente servizio sanitario pubblico, vogliono continuare a farci rivolgere alle strutture private, ma abbiamo imparato nella lotta contro la discarica nel parco del Vesuvio che nessuna legge dello Stato – se va contro i bisogni collettivi dei cittadini – può fermare un movimento come il nostro: Lotteremo e l’otterremo, concludono sicure che di fronte al diritto alla salute negato ci sarà un coinvolgimento della popolazione locale, con le donne – come sempre – in prima fila nelle battaglie che riguardano ambiente, sicurezza e salute”.
Massimo Napolitano