Al “Polla Folk Fest” oltre 5000 persone in piazza per Goran Bregovic – Le Foto

Famoso, simpatico, eclettico, grande compositore e poliedrico musicista; molti sono gli aggettivi per il grande Maestro Goran Bregovic che, con la sua trascinante Wedding & Funeral Band, ha chiuso l’edizione 2019 del Polla Folk Fest, organizzato dal comune di Polla e finanziato dal Programma Operativo Complementare (P.O.C.) Campania 2014-2020 Linea di Azione 2.4 , con la direzione artistica di Gigi Di Luca e il coordinamento di Polis Territorio & Sviluppo.

Nella capiente piazza Padre Antonio Forte, nella serata di domenica 16 giugno, oltre 5000 presenti hanno applaudito la performance del vulcanico musicista e compositore Bosniaco Bregovic, spettinato nel suo vestito chiaro, accompagnato da 6 musicisti (5 ai fiati e 1 alle percussioni e voce) e dalle splendide voci bulgare delle sorelle Lyudmila e Daniela Radkova, nei loro tipici e raffinati costumi tradizionali. Lo spettacolo ha dimostrato un crescendo di emozioni e il giovane 69enne Bregovic, inattaccabile dai ricami del tempo, ha ancora molto da dire e da fare per i suoi fans.

Al pubblico vivace, Goran, ha offerto brani dal suo ultimo album «Three Letters from Sarajevo», intriso dai temi dell’emigrazione,e dell’accoglienza e dell’orrore della guerra, oltre ai suoi cavalli di battaglia straconosciuti tra cui Gas Gas, Erdelezi, Bella Ciao e la trascinante e coinvolgente Kalashnikov.

Prima del concerto, abbiamo incontrato il Maestro Bregovic che parla dei contenuti, tra le righe e tra le note, del suo ultimo album, così: “Il mio disco <Tre lettere per Sarajevo> parla un po’ di tolleranza. Sono partito da una storia letta su internet in cui diceva che una reporter della CNN ha sentito parlare di un vecchio ebreo che da anni andava davanti al muro del pianto per pregare. Allora, lei decide di fargli un’intervista ed è andata a Gerusalemme. Ha aspettato che il vecchio signore finisse la sua preghiera, poi, gli ha chiesto ‘Ma lei viene davanti al muro del pianto per parlare con Dio già da molti anni?’ lui le ha risposto ‘Sì, da 60 anni, ogni giorno’ e lei domanda ancora ‘Parla con Dio di che cosa?’ lui risponde ‘Parlo a Dio che queste guerre tra musulmani, ebrei e cristiani devono fermarsi; almeno i nostri bambini devono vivere in pace’ e la giornalista dice ‘eh?’ e il signore risponde ‘Ma ho l’impressione che parlo con il muro’. Allora, se c’è qualcosa da imparare da questa storia è che, ovviamente, Dio non aveva messo nella sua agenda di insegnarci come vivere insieme ma è qualcosa che dobbiamo imparare da soli. Questo secolo è un secolo che noi impariamo per forza. In altri periodi storici, era più semplice: andavi lì e uccidevi chi era diverso. Questo non si può fare più nel XX sec; quindi, ognuno di noi deve fare qualcosa. Io, come compositore, ho fatto il disco le <Tre lettere per Sarajevo>.

Gigi Di Luca, direttore artistico dell’evento, commenta soddisfatto il successo e la conclusione di questa rinnovata edizione: “E’ una prima edizione di un nuovo corso ma in fondo è la 34a edizione di un festival che prima dedicava il suo spazio prevalentemente ai gruppi folkloristici, alle zampogne, ai valori tradizionali di questa terra. Di questo nuovo corso abbiamo immaginato la cultura popolare come matrice di una identità che va vissuta in varie declinazioni; quindi, in questo progetto ho immaginato spettacoli teatrali nelle chiese, il recupero di vecchi giochi, le danze, la musica, non solo quella nostra ma anche quella internazionale, e spero che anche nel futuro si possa ancora ampliare questo concetto. La presenza di Bregovic qui non è casuale, lui è stato uno dei primi a far parlare dei Balcani, recuperando la tradizione delle fanfare, che arrivavano dell’impero turco-ottomano, dalla Macedonia, dando loro una contemporaneità. Noi abbiamo beneficiato per più di un ventennio della musica dei Balcani, oggi, dove la società italiana guarda ai rom, agli zingari e agli extra-comunitari come un problema, mentre invece dobbiamo ricordarci quanto ci hanno fatto bene, quanto abbiamo gioito, quanto abbiamo danzato con quella musica. La musica popolare, la cultura popolare appartengono alla storia per cui non va messa in un museo, non va chiusa, non deve diventare oggetto di esposizione ma, per farla rivivere, bisogna transgredirla, bisogna contaminarla, bisogna recuperarla, ognuno con la propria sensibilità artistica, ognuno con il suo percorso; ecco, questo è il nuovo corso del Polla Folk Fest“.

Rocco Giuliano, Sindaco di Polla, ha sottolineato l’importanza di tramandare alle nuove generazioni le tradizioni locali in tutte le sue sfaccettature, e commenta soddisfatto l’ottimo bilancio dell’evento: “La musica è sempre un elemento di forte aggregazione e lo dimostra tutta la gente è qui stasera. Quest’anno abbiamo voluto la presenza di un grande artista come Goran Bregovic per arricchire il nostro Polla Folk Fest. Ieri sera, abbiamo avuto una bellissima serata e stasera, prima dello spettacolo dal Maestro Bregovic, abbiamo visto nel centro storico di Polla, le varie e particolari rappresentanzioni storiche, inscenate da tanti giovani, raccontando la storia e il passato di questo paese“.

Quintino Di Vona