Zelensky: «Non voglio incontrare Putin, ma devo. Non ho paura»

Io non voglio incontrare il presidente russo Vladimir Putin, ma devo se vogliamo risolvere questo conflitto in modo diplomatico”. Ad affermarlo, nel corso di una conferenza stampa, è il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky aggiungendo di “non aver paura” di vederlo. “Ora non posso incontrarlo. Prima devono tacere le armi”. “Ritengo che tutti i colpevoli, chi ha dato l’ordine di uccidere comparirà davanti al tribunale. Io ci credo”, aggiunge Zelensky. “Non importa come si chiamerà il tribunale quello che conta è il risultato. Quante persone, quanti anni di galera avranno. Crediamo nel risultato. Vedo sostegno in questa direzione. Sono venuti tanti professionisti a Kiev. Tutti capiscono chi sono i colpevoli”.

“Che sarei voluto fuggire dall’Ucraina è una voce che si ripete da 60 giorni, ma non è una possibilità alla quale penso nemmeno lontanamente” ha aggiunto rispondendo a un giornalista polacco che gli chiedeva un eventuale trasferimento in Polonia.

“Rispetto il popolo polacco, avete già ricevuto 2,5 milioni di cittadini ucraini e il vostro aiuto è stato particolarmente prezioso. I polacchi sono stati dei vicini molto accoglienti e per quanto concerne una eventuale vita in Polonia – continua – ho già effettuato visite di Stato in Polonia, ma io mi sento a casa solo a Kiev. In Polonia mi sento bene, perché sento la vicinanza culturale, la vostra accoglienza, la capacità di sostenerci, la Polonia ci ha sempre aiutato, ha fornito anche armi a Kiev e anche in quantità notevoli. Ma non mi muoverò da Kiev fin quando non finirà la guerra“.

MARIUPOL – “Mariupol è anche oggi sotto assedio” dice Zelensky. “La giornata odierna è stata particolarmente difficile. Ci sono stati pesanti bombardamenti aerei e terrestri. La situazione è drammatica“. “I messaggi da parte della Russia continua ad essere ambigui: continua a lanciare dei messaggi apparentemente concilianti prima di bombardamenti particolarmente ingenti”.

“Sono convinto che vinceremo e dimostreremo tutto il nostro valore ai paesi occidentali”. In questo momento, aggiunge, “la resistenza è l’unica possibilità che ci è rimasta”.

“Cerco di sostenere i battaglioni nell’acciaieria, cerco di fargli capire che sono dalla parte giusta, di ottenere armi per spezzare l’assedio della città, ma in questo momento non è possibile uno sblocco militare favorevole a noi. In questo momento possiamo soltanto difenderci, difendere la vita dei soldati e dei civili che si trovano sul sottosuolo: questa è la cruda realtà”. “Noi ucraini non ci arrenderemo mai. I russi si stanno comportando come i nazisti“. “Questa guerra sarà scritta nei libri di storia”, aggiunge.

“Se la nostra gente viene annientata a Mariupol, se uno pseudo-referendum sull’indipendenza viene organizzato a Kherson, allora l’Ucraina si ritirerà da tutti i processi negoziali”, ha detto.

ODESSA – “Oggi sono stati lanciati sette razzi a Odessa. Sono morti in otto e ci sono stati 20 feritiE’ morto un bambino di soli 3 mesi. Questo significa che la guerra è cominciata quando questo bambino aveva solo un mese. Sono stati bastardi, sono soltanto bastardi. Non abbiamo voglia di passare del tempo con loro ma dobbiamo parlare con loro finché dura questa guerra. Di quali valori parlano? Quale mondo cristiano? E’ il Medioevo”.

NATO – “Non posso influenzare la Nato, ma ritengo che sia stato un errore che in questi anni non abbia accettato l’Ucraina. L’Ucraina avrebbe rafforzato l’alleanza“. “Nessuno pensava che avremmo resistito più di 3 giorni e alcuni politici europei lo dicevano a voce alta. Noi siamo riusciti mostrando la nostra forza a fare cambiare questo atteggiamento nei nostri confronti”, sottolinea Zelensky.

I RUSSI – “La popolazione russa purtroppo sta subendo il lavaggio del cervello da parte della propaganda. Questo è una realtà. Sono sicuro che se i russi sapessero la verità i cittadini russi si renderebbero conto dell’importanza dei negoziati. Anche i russi sarebbero sorpresi della quantità di menzogne che è stata riversata su di loro. Questo accadrebbe se ci fosse una narrazione veritiera di quello che sta succedendo”.

“Continua”, prosegue, anche “la retorica delle provocazioni da parte della Russia che attribuisce la responsabilità del conflitto a Kiev“.

I russi “hanno preso l’Abcasia, il Donbass…ma che ci hanno costruito? chi è felice lì?”. “Io non credo che loro si fermeranno da soli. Noi dobbiamo fermarli”, aggiunge. “Stimiamo che circa 500mila ucraini sono stati deportati o verso i territori separatisti o verso la Russia” denuncia.

PAPA – “Sono grato a Papa Francesco per la sua posizione. L’ho incontrato quando si parlava di Markiv. Avrei voluto che lui venisse qui, che ci aiutasse a sbloccare i corridoi umanitari a Mariupol. E’ presto per parlare di una sua visita, ma noi lo aspettiamo. Di lui si fidano molte persone“. Kiev, aggiunge, “vuole una tregua, un cessate il fuoco per salvare delle vite umane. Tutti gli aiuti sono necessari anche quelli della Santa Sede”.

Fonte AdnKronos.com