Si è conclusa con un successo clamoroso l’edizione 2021 del Salone internazionale del libro di Torino. Nei padiglioni del Lingotto, finalmente, sono tornati lettori, autori e case editrici, con un’ondata di marea inimmaginabile dopo lo stop forzato imposto dal Covid nel 2020. Il virus non ha fermato la voglia di leggere e il desiderio di cultura.
Anche un autore oplontino è stato al centro dell’attenzione: Giovanni Taranto, giornalista. Il suo “La fiamma spezzata” si sta confermando una vera rivelazione nel campo del giallo italiano, riuscendo a conquistare sia gli amanti del genere che gli appassionati di narrativa pura.
Un nerista e giudiziarista come te, con esperienza trentennale alle spalle, non poteva che scrivere un giallo.
“La fiamma spezzata” è il mio primo romanzo. Al SalTo21 è stato accolto molto bene, e ha suscitato diversi interessi. Tanti hanno voluto il libro. Sono stato anche felice di vedere che in molti sono venuti a trovarci allo stand della Avagliano Editore avendolo già letto, o avendone sentito bene. Significa che, anche a livello nazionale, se ne sta parlando.
La Avagliano ha deciso di fare del tuo romanzo un libro di punta per questo salone. Sorprendente, considerato che la prestigiosa casa editrice è dedita perlopiù al repêchage letterario di grandi classici, pubblicando da Eduardo a Gozzano, da Fogazzaro a Verga e molti altri.
Quelli sono giganti. Altro universo. “La fiamma spezzata” è stato inserito nella collana di narrativa contemporanea “i Corimbi”. Ma, effettivamente, devo dire che la Avagliano ha voluto scommettere su di me, sia come esordiente nel campo del romanzo, sia sul genere che intendevo proporre al lettore”.
E si direbbe che abbia avuto ragione, a giudicare dai risultati.
“Il mio giallo è uscito in piena zona rossa. A marzo. Avrebbe dovuto essere lanciato prima del Natale 2020, perché le vicende narrate nel libro si svolgono proprio durante le festività natalizie. Purtroppo la pandemia ci costrinse a ritardare l’uscita in libreria. Nonostante questo, però, la prima tiratura andò esaurita in meno di due settimane. Fummo costretti a ristampare subito. Poi anche la seconda è stata assorbita dal mercato in tempi record. Speriamo sarà altrettanto per la terza”.
E’ andato a ruba.
“Non usiamo certi termini, o il Capitano Mariani sarà costretto ad aprire un’altra indagine…”.
Carabiniere fino all’osso.
“Assolutamente sì. E nel senso più umano e professionale del termine. A questo proposito, devo dire di essere molto felice del fatto che, nella prefazione del mio romanzo, l’ex Vice comandante Generale dell’Arma, il Generale Vincenzo Coppola, abbia voluto sottolineare come Mariani e i suoi rappresentino i veri Carabinieri.
Parliamone un po’ di questo Capitano che sta facendo appassionare i lettori di tutta Italia.
Mariani è un ufficiale relativamente giovane, romano, non proveniente dall’Accademia ma promosso sul campo, che si trova catapultato a dirigere una Compagnia dell’Arma ai piedi del Vesuvio. E qui si deve confrontare con mille problemi: la presenza della criminalità organizzata, di quella comune, il disfacimento del tessuto sociale, la mancanza di lavoro per i giovani. Deve combattere ogni giorno anche con la mancanza di mezzi e uomini. E nel frattempo tentare di ritagliarsi un minimo di vita familiare”.
E qual è il mistero al centro delle vicende narrate ne “La fiamma spezzata”?
“Si tratta di un cold case ambientato a metà degli anni ‘90. Un caso freddo. Riguarda un giovanissimo Carabiniere di cui non si comprende quale sia stata la vera sorte. Se sia vivo o morto, ucciso o suicida; se sia stato inviato a indagare sotto copertura o sia passato nei servizi segreti. O se, peggio, sia rimasto invischiato in qualche brutto giro. Ma oltre questo caso principale, nel romanzo c’è molto di più”.
Cioè, altri casi da sbrogliare per il tuo Capitano?
“Non solo. C’è anche tutto il nostro mondo: quello del Vesuviano, con le sue tradizioni, la sua filosofia, i nostri modi di essere. Mariani, da romano, si troverà a dovercisi immergere, scoprendone man mano la bellezza e la profondità.
Un grande del giallo come Maurizio de Giovanni ha definito il tuo romanzo “Un vertiginoso viaggio negli abissi dei terribili anni Novanta nel Vesuviano, dove nulla è come sembra, tra passioni violente e affari della criminalità organizzata”.
E se lo dice lui…
“All’uscita de “La fiamma spezzata”, Maurizio volle regalarmi questo bell’apprezzamento. E anche al Salone, avendo saputo che ero presente, è stato molto gentile, passando a salutarmi per augurare ogni fortuna a Mariani. Gliene sono grato. Un bel feeling fra vesuviani”.
Il Vesuvio pare essere al centro della vicenda in modo molto consistente. E’ stata una scelta precisa?
“Qualcuno ha detto che il vulcano, nel mio libro, non è parte dello scenario, ma un personaggio. E forse è così, considerato quanta parte abbia nelle vicende, e soprattutto quanto la “vesuvianità” permei i tanti personaggi che popolano le storie de “La fiamma”.
Quali dovremo imparare a conoscere, oltre il Capitano Mariani?
“Sicuramente gli uomini del suo Nucleo Operativo, e poi la Pm, Clara di Fiore, una giovane toga della Procura, napoletana, con la quale lavora ai casi principali. Ma ce ne sono molti, molti altri”.
Il Salone internazionale del libro sicuramente è un trampolino potente per il tuo giallo. Ci sono ulteriori sbocchi importanti per le vicende di Mariani, che lo facciano uscire dalle pagine del libro?
“Per il momento è prematuro parlarne, ma mentirei se dicessi che non ci sono interessamenti di altro tipo. Ce n’erano già alcuni. E Al SalTo21 c’è stato modo di avere contatti che vanno al di fuori dell’ambito dell’editoria”.
Prossime mosse?
“La promozione continua a ritmo serratissimo. Con presentazioni in tutta Italia. Ne abbiamo già avute decine, alcune moto prestigiose, come gli Incontri con l’autore di Lignano, il Festival del Giornalismo, o il Circolo dei lettori di Torino, presieduto da Giulio Biino, una delle vere anime del Salone del Libro. Lui volle presentarci nel capoluogo piemontese, e lui ha voluto moderare l’evento che ci ha visti protagonisti al SalTo21, nel foyer del Lingotto. Nel futuro prossimo ci attendono Udine, poi l’apertura di un importante festival del Noir al Nord, il Senese, e poi Sardegna, Roma, con “Più libri più liberi”, e tante altre tappe sia vicine al Vesuviano che molto lontane”.
E Mariani, intanto, che fa? Lavora ad altre inchieste? Lo rivedremo presto alle prese con altri casi?
“Un Capitano dell’Arma non si ferma mai”.
Massimo Napolitano