Accusati dall’azienda, e poi licenziati, di aver rubato 36 vasche di alluminio per un valore di 75mila euro circa: assolti per “non aver commesso il fatto”.
E’ quanto ha stabilito il Giudice Feminiano del Tribunale di Torre Annunziata, che ha accolto le istanze della difesa di Giuseppe Avino e Mario De Nicola (assistiti dall’avvocato Francesco Iovane) e li ha scagionati dall’accusa di furto aggravato, per la quale erano finiti a processo.
Una vicenda che parte dal novembre del 2022. Bisogna però fare una premessa: i due giovani vengono impiegati attraverso la società di lavoro interinale Adecco che li smista presso varie società che cercano risorse umane e, spesso, presso la Soracem di Torre Annunziata, azienda che si occupa di commercializzazione di grano, di merci vari e soprattutto di alluminio.
Il 10 novembre 2022, i due vengono denunciati dal dirigente della stessa Soracem in quanto è stato scoperto un ammanco di 36 blocchi di alluminio di 700 chilogrammi circa ognuno. Ben 28 tonnellate di alluminio per un valore di circa 75mila euro.
Giuseppe Rocco, titolare dell’azienda, dichiara – in fase di denuncia ai carabinieri della stazione di Torre Annunziata – che il suo responsabile Carmine Franchini, detto Nino, avrebbe riconosciuto “senza ombra di dubbio” i due imputati, all’epoca dei fatti indagati.
Nella stessa serata della querela, Franchini conferma di aver riconosciuto quali autori del furto i due giovani con l’incarico di carrellisti. I due negano di aver commesso il furto.
Il Pm Agostini decide di interrogare i due indagati, che vengono così ascoltati il 9 febbraio del 2023. Entrambi – alla presenza del proprio legale di fiducia – negano ogni addebito. Dichiarano di aver lavorato in quei giorni presso tale società ma di non aver preso parte al raid notturno.
Il Pubblico Ministero, a fronte delle dichiarazioni e della denuncia corredata da un video, nel quale si vedono tre persone portare via blocchi di alluminio caricandoli su un furgone bianco, decide di chiedere il rinvio a giudizio.
Ma in realtà – è su quanto ha ribattuto più volte in fase dibattimentale l’avvocato Iovane -, dalle immagini di bassa qualità, non emerge né che si tratti effettivamente di alluminio, né si riescono a distinguere gli autori del furto.
Ascoltato in aula il luogotenente dei carabinieri che seguì le indagini, non è riuscito a riconoscere dalle immagini del video i due imputati.
Vengono così ascoltati sia Avino sia De Nicola, i quali spiegano le proprie ragioni e nei giorni scorsi è arrivata l’assoluzione per “non aver commesso il fatto”.
Il problema – ha spiegato la difesa – diventa ora il reintegro nel mondo del lavoro. Da quando sono finiti a processo per furto, infatti, entrambi hanno perso il lavoro e hanno trovato ogni porta chiusa.