Una serie di intensi incontri si sono svolti in questi giorni a Bruxelles, dove le principali associazioni LGBTQIA+ italiane hanno portato la loro preoccupazione dinanzi alle istituzioni europee riguardo alle politiche del governo Meloni. A pochi giorni dalla Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Lesbofobia, la Bifobia e la Transfobia (17 maggio), l’allarme lanciato riguarda una percepita “offensiva lenta ma costante” contro i diritti delle famiglie omogenitoriali e delle persone Trans nel nostro Paese.
Gli incontri, che hanno visto la partecipazione di rappresentanti delle associazioni e di esponenti politici europei e italiani, si sono concentrati sulle maggiori criticità vissute dalla comunità LGBTQIA+ in Italia e sul potenziale ruolo che l’Unione Europea può e deve giocare nella difesa dei diritti a rischio.
Tra i momenti salienti, la mattina del 14 maggio ha visto Antonello Sannino di Napoli Pride incontrare i referenti della Commissione Europea, Carles Dedeu Fontcuberta e Nadege Defrere. Nel pomeriggio, Alessia Crocini per Famiglie Arcobaleno e Roberta Parigiani, vicepresidente del MIT, hanno preso parte a un’audizione a porte chiuse convocata dalla Commissione LIBE del Parlamento Europeo, focalizzata sullo stato di diritto in Italia, con particolare attenzione ai diritti delle famiglie omogenitoriali e delle persone Trans.
Successivamente, un importante tavolo di confronto promosso dalla vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno (PD) e da Antonello Sannino ha riunito rappresentanti di associazioni quali Antinoo Arcigay Napoli (rappresentata da Antonello Sannino), Arcigay nazionale (rappresentata da Christian Leonardo Cristalli), Circolo Mario Mieli (rappresentato da Mario Colamarino e Edoardo Rossi), AGEDO (rappresentata da Donatella Siringo), Famiglie Arcobaleno (rappresentata da Alessia Crocini), Gaynet (rappresentata da Rosario Coco) e il MIT (rappresentato da Roberta Parigiani) e ILGA Europa (rappresentata da Katrin Hugendubel). Al confronto erano presenti diversi esponenti politici europei e italiani, tra cui Pasquale Tridico per il Movimento 5 Stelle, Alessandro Zan (Responsabile Diritti PD), e Marc Angel (Questore e co-presidente dell’intergruppo LGBTQI del Parlamento europeo).
Le Criticità sollevate: UNAR e la “Strategia di erosione sistematica”
Una delle criticità evidenziate con maggiore urgenza dalle associazioni riguarda l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR). Secondo quanto emerso, l’UNAR opererebbe attualmente in condizioni prive della reale indipendenza, autonomia e trasparenza richieste dalle direttive europee, rimanendo strettamente legato a nomine e logiche governative. Questa situazione è stata definita “inaccettabile”, specialmente considerando il ruolo cruciale che l’ufficio dovrebbe avere nella lotta alle discriminazioni. La vicepresidente Picierno ha annunciato la predisposizione di un’interrogazione parlamentare alla Commissione Europea su questo tema, sollecitando un suo ruolo attivo e tempestivo.
Nell’audizione alla Commissione LIBE, Alessia Crocini di Famiglie Arcobaleno ha descritto una vera e propria “strategia di erosione sistematica” dei diritti LGBTQIA+. Tra gli esempi citati:
- La legge (cd. Varchi, 2024) che definisce la gestazione per altri un “crimine universale”, punibile anche se legale e regolamentata all’estero.
- La circolare Piantedosi (2023) che ha vietato ai sindaci la trascrizione dei certificati di nascita con due padri e ha portato all’impugnazione di certificati con due madri, come nel caso di Padova, dove 38 bambini sono stati privati improvvisamente di un genitore nei documenti.
- Gli ostacoli e le discriminazioni nei documenti di identità per minori, dovuti al “Decreto Salvini”, che colpiscono direttamente i figli di famiglie LGBTQIA+.
Roberta Parigiani del MIT ha invece messo in luce gli attacchi specifici contro le persone Trans e non binarie, tra cui:
- Le ispezioni all’Ospedale Careggi di Firenze che hanno di fatto portato alla chiusura dell’unico servizio di affermazione di genere in età prepuberale.
- Il tavolo tecnico voluto dalle Ministre Roccella e Schillaci per imporre protocolli restrittivi sui percorsi di affermazione di genere senza un reale contraddittorio.
- La nomina di Marina Terragni come Garante dell’Infanzia e dell’adolescenza, nonostante le sue posizioni criticate come “estremamente punitive” nei confronti delle infanzie e adolescenze transgender.
Una Linea Ideologica e un Clima Ostile
Le associazioni hanno sottolineato come il governo Meloni agisca seguendo una chiara linea ideologica punitiva nei confronti delle persone LGBTQIA+ . Questa posizione si riflette in scelte istituzionali, come le nomine di Lorenzo Fontana alla Presidenza della Camera e di Eugenia Roccella a Ministra della Famiglia e Pari Opportunità, da sempre parte dei family day e di Pro Vita ed entrambi noti per posizioni avverse ai diritti delle persone LGBTQIA+. Un paradosso che può diventare drammatico nel ruolo della Ministra Roccella come vertice di controllo dell’UNAR, un organismo che dovrebbe tutelare dalle discriminazioni ma che rischia di diventare, con la nomina del prossimo direttore, affidata alla ministra Roccella, “una propaggine politica discriminatoria“.
Questo clima politico ostile avrebbe portato a un aumento delle aggressioni contro le persone LGBTQIA+, attacchi ai percorsi di affermazione di genere, minacce di perdita della responsabilità genitoriale per i genitori di persone gender variant, pressioni sui dirigenti scolastici che applicano le carriere alias e controlli ispettivi nelle scuole per contrastare progetti contro gli stereotipi di genere.
“Dopo anni di lenti progressi, assistiamo a una violenta contrazione dei diritti“, hanno dichiarato le associazioni, lamentando come la comunità LGBTQIA+ in Italia venga usata come “arma di distrazione di massa” in un momento di difficoltà economica per il Paese, alimentando odio e discriminazione.
L’incontro a Bruxelles ha rafforzato l’appello alle istituzioni europee e nazionali affinché intensifichino gli sforzi per garantire uguaglianza, parità e sicurezza per tutte le persone LGBTQIA+, contrastando attivamente ogni forma di discriminazione e promuovendo un’Europa veramente accogliente e rispettosa della dignità di ogni individuo e di tutte le famiglie. L’attesa per la reazione e le azioni concrete da parte delle istituzioni europee è ora alta, in particolare in vista della Giornata del 17 maggio.