“Il 29 dicembre e e 12 gennaio l’Ema si pronuncerà sulla documentazione fornita da Pfizer e Moderna sui vaccini anti Covid. Questo dovrebbe consentire di avere 3,4 milioni di dosi per vaccinare 1,7 milioni di persone. Nella seconda metà di gennaio è previsto l’inizio delle vaccinazioni, poi le dosi disponibili aumenteranno e, entro fine estate o inizio autunno, dovremmo aver completato la somministrazione della più grande campagna di vaccinazione di massa che abbia mai avuto corso nel Paese”. C
osì Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e membro del comitato tecnico scientifico (Cts) ad Agorà su Rai 3.
“Siamo felicemente parte dell’UE e i tempi di valutazione dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) consentiranno di iniziare i percorsi vaccinali più o meno in contemporanea in tutti i paesi europei. Il percorso di valutazione delle informazioni disponibili nel dossier sottomesso a Ema sarà straordinariamente rigoroso e questa è la migliore garanzia di sicurezza” ha aggiunto rispondendo in merito alle diverse tempistiche con cui il vaccino contro il Covid-19 arriverà nel Regno Unito rispetto al resto dell’Unione Europea.
Per la somministrazione del vaccino, ha sottolineato Locatelli, “si partirà dagli operatori sanitari che lavorano negli ospedali e nelle Rsa, cosa che ha il significato non solo di garantire la loro sicurezza personale, ma anche di dare continuità nei luoghi di lavoro e proteggere le persone che a loro si affidano”. A seguire sarà estesa a coloro che risiedono in strutture residenziali e over 80, in base al principio di “dare priorità a chi ha maggior rischio di sviluppare forme più gravi, visto che l’età media di coloro che decedono per Covid è di 81 anni”.
Il modo per ottenere una copertura di gregge con circa il 70% della popolazione vaccinata, per fermare la circolazione del Sars-Cov-2, precisa Locatelli, “è fornire informazioni in modo completo e trasparente per creare una cultura delle vaccinazioni grazie alle quali l’umanità si è liberata di malattie fatali come poliomelite e vaiolo. Ma, per gli operatori sanitari, in considerazione delle osservazioni prima fatte sarebbe giusto prevedere un obbligo vaccinale sin dall’inizio”. Infine, su quanto a lungo durerà l’immunità conferita dai vaccini, conclude: “Solo l’osservazione ci darà una risposta solida, compiuta e definitiva”.
Fonte Ansa.it