Campagna (SA): “Giornata della Memoria” 2019 e un convegno sulle vicende di Giovanni Palatucci, morto nel 1946 nel campo di concentramento di Dachau

A Campagna, nel Museo della Memoria e della Pace – Centro Studi Giovanni Palatucci”, si è tenuto l’importante convegno “Giornata della Memoria”, organizzato dal Club Rotary Campagna-Valle del Sele per tale ricorrenza.

L’iniziativa ha avuto il sostegno dei Club Rotary di Sala Consilina-Vallo di Diano, Paestum Centenario e Salerno Due Principati, unitamente al Rotaract di Campagna, al Comune di Campagna, al Comitato ed al Centro Studi che portano il nome di Giovanni Palatucci, il Vice Questore di Fiume, morto nel febbraio del 1946 nel campo di concentramento di Dachau dove era stato internato con l’accusa di avere sottratto al rastrellamento nazi-fascista 5.000 ebrei, molti dei quali con falsi documenti erano stati trasferiti a Campagna presso il vescovo Giuseppe Maria Palatucci, zio di Giovanni, evitando in tal modo di essere deportati in Germania.

Per il suo altruismo, nel 12 settembre 1990, Palatucci è stato inserito nell’elenco dei “Giusti tra le Nazioni”. Al convegno di Campagna, oltre ai massimi rappresentanti dei sodalizi che hanno fortemente voluto l’iniziativa, Gigliola Pessolano, Presidente del Rotary, Roberto Monaco, Sindaco di Campagna e Marcello Naimoli, Direttore del Museo “G. Palatucci”, sono intervenuti il Prof. Matteo Luigi Napolitano, dell’Università del Molise, con una ricca e approfondita relazione dal tema “La diplomazia della salvezza nella Shoah. Casi e problematiche” e l’On. Carlo Amedeo Giovanardi, Presidente dell’Associazione Fiume 1918-2018, che ha relazionato sul tema “Una storia tra Fiume e Campagna”.

Le conclusioni sono state affidate a Giuseppe D’Amico, giornalista, storico e scrittore, nonché, assistente del Governatore del Distretto Rotary 2100, Salvatore Iovieno. Ha coordinato i lavori il giornalista Carmine Granito, addetto stampa del Comitato Palatucci.

Tutti hanno convenuto sulla necessità di continuare l’impegno per far conoscere la vicenda del giovane Vice Questore di Fiume, molti ebrei con falsi documenti erano stati trasferiti a Campagna presso lo zio, il vescovo Giuseppe Maria Palatucci, evitando in tal modo di essere deportati in Germania. L’auspicio è che possa essere ripreso in tempi brevi il processo di beatificazione che ha subito una pausa dopo avere superato la fase diocesana che ha reso Giovanni PalatucciServo di Dio”.

Auschwitz è il simbolo universale dei Lager tanto che dal 1979 è considerata patrimonio dell’umanità per l’UNESCO, Birkenau (ironia della sorte, significa “campo di betulle”) erano campi di sterminio mentre Monowitz, Lukenwalde ed altri 40 circa erano campo di internamento o di lavoro. Dachau, invece, ospitava oltre 50.000 prigionieri, militari e sottufficiali.

Da parte sua, il Prof. Napolitano ha ripercorso con dovizia di particolari la vicenda umana e professionale frutto di un attento studio dei documenti evidenziando tutti gli errori commessi da coloro i quali, a partire dal 2013, hanno cercato di mettere in dubbio la lealtà di Giovanni Palatucci, ingiustamente accusato di collaborazione con il Nazionalsocialismo: “Chi lo ha accusato non ha letto le carte – ha sostenuto fermamente per poi aggiungere – … se così non fosse, gli ebrei non lo avrebbero inserito tra i ‘Giusti tra le Nazioni”.

Di taglio diverso l’intervento del Sen. Carlo Giovanardi il quale ha portato la testimonianza di due ebrei che furono internati a Campagna: i fratelli Granitz, commercianti filatelici di origine ungherese, Edmondo e Rodolfo, il secondo aveva ottenuto la cittadinanza italiana ed aveva cambiato il cognome in Grani, che nel 1940 vennero internati come ebrei apolidi prima a Campagna e poi a Ferramenti, nonostante avessero sostenuto Gabriele D’Annunzio durante l’impresa di Fiume. Usciti vivi dai campi di internamento, i due fratelli ebbero destini diversi: Edmondo fu fucilato dai comunisti titini mentre Rodolfo, si trasferì in Israele dove fondò una Associazione di Riconoscenza per Giovanni Palatucci che contribuì a farlo nominare tra i “Giusti tra le Nazioni”.

A conclusione del convegno, l’intervento del giornalista D’Amico il quale si è soffermato sul rapporto tra il Rotary, Ebrei e Fascismo: “Il primo Club Rotary italiano fu costituito il 20 novembre del 1923 a Milano; quello di Napoli nacque l’11 dicembre del 1924. Tra i soci fondatori del Club di Napoli ho rinvenuto il nomi di almeno due Ebrei: Massimiliano Coen e Giorgio Ascarelli che fu il primo vice presidente. Tra l’altro, Ascarelli ha legato il suo nome alla storia del calcio per essere stato presidente del Napoli e per avere costruito lo stadio che fino a poco tempo dopo la sua morte, nel 1930, portò il suo nome. In seguito, per volontà di Mussolini, fu modificato in Stadio Vesuvio. Nel 1938, però, i rapporti diventano più complicati per gli Ebrei e per il Rotary: il governo nazista impone la chiusura dei Club tedeschi e questo mette in allarme anche i Club italiani tanto che il 14 novembre 1938, appena tre giorni prima della firma delle leggi razziali, il Consiglio Nazionale del Rotary delibera l’autoscioglimento di tutti i Club italiani. La convivenza col regime, già problematica, era evidentemente divenuta insostenibile. Solo dopo la caduta del Fascismo il Rotary riaprì i suoi Club.”

Nel corso dell’evento, il Sindaco Monaco e il Direttore Naimoli, hanno illustrato le numerose iniziative sulla Shoah che si estenderanno fino a marzo tra i Comuni di Campagna, Eboli e Battipaglia. Per ulteriori informazioni del programma “Il tempo della memoria” visitare il sito www.museomemoriapalatucci.it .

Cinthia Vargas