La premier Giorgia Meloni è a Kiev per una visita ufficiale – la seconda da capo del governo dopo quella dello scorso febbraio – nel giorno del secondo anniversario dell’invasione russa. Alle 16 la leader di Fdi presiederà una riunione in videoconferenza dei Capi di Stato e di Governo G7, la prima sotto la Presidenza italiana, al quale parteciperà in collegamento anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.
La prima tappa della missione è stata all’aeroporto di Hostomel, dove Meloni ha incontrato Zelensky. Un luogo che richiama la notizia secondo cui le autorità ucraine starebbero lavorando a un piano di riavvio – anche se parziale – dei collegamenti con alcuni Paesi europei. “Putin deve fallire in tutto, come è successo qua a Hostomel. Solo così la pace vincerà”, ha affermato il presidente ucraino in una dichiarazione alla stampa durante una cerimonia ufficiale in cui ha consegnato le onorificenze ai soldati che hanno preso parte alla ‘battaglia di Hostomel’.
Durante la cerimonia è stato un breve video che ha mostrato alcune immagini della difesa di Hostomel del 24-25 febbraio 2022. “Oggi ci troviamo in questo posto molto simbolico, proprio qui Putin voleva vincere la battaglia chiave per poi condurre un blitz su Kiev, ma qui ha fallito perché i nostri difensori sono riusciti a fermare i russi. Ogni male può essere distrutto, anche il male russo“, ha ricordato Zelensky.
Meloni: “Questa terra è un pezzo della nostra casa”
“Questo posto è un simbolo del fallimento di Mosca e dell’orgoglio ucraino. Ci ricorda che c’è qualcosa più forte di missili e guerra, l’amore per la terra e la libertà”, ha affermato dal canto suo Meloni ribadendo che “questa terra è un pezzo della nostra casa e faremo la nostra parte per difenderla“.
Meloni ricorda che “sono due anni che si combatte: prima si pensava di occupare metà del territorio ucraino, non è successo, poi l’Ucraina ha liberato una parte dei suoi territori, cioè attenzione anche a non essere noi vittime di una propaganda che conosciamo abbastanza bene”. “Quello che è avvenuto negli ultimi due anni con i focolai di crisi che si continuano a moltiplicare è figlio di quell’invasione (dell’Ucraina): quando saltano le regole del diritto internazionale si rischia di trovarci in un mondo nel quale chi è militarmente più forte invade il suo vicino. Nessuno è più al sicuro e non so se ci conviene un mondo del genere”.
“Se le cose fossero andate come nel sentimento di chi invadeva, questa guerra sarebbe durata tre giorni invece noi oggi ci ritroviamo in una situazione di equilibrio del conflitto che è la precondizione di qualsiasi ipotesi diplomatica. Il gioco è sempre lo stesso – ha aggiunto Meloni- non si può scambiare una invasione con la pace. Quello che si può fare è costruire un equilibrio che consenta a un certo punto di cercare un’altra soluzione”.
Meloni ha poi assicurato che “l’Italia c’è, questo penso che si veda, a maggior ragione adesso come presidente del G7, noi continuiamo a garantire il nostro sostegno”. “Firmeremo anche le nostre garanzie di sicurezza perché riteniamo che in Ucraina si combatta anche per la nostra libertà ed interesse nazionale”, ha aggiunto.
L’arrivo in treno
A bordo di un treno partito dalla stazione di Przemysl, nel sud-est della Polonia, e dopo oltre 10 ore di viaggio a causa della chiusura dello spazio aereo ucraino, Meloni è giunta nella capitale ucraina insieme alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Presenti anche il premier belga Alexander De Croo (il Belgio ha la presidenza di turno dell’Ue), ed il primo ministro canadese, Justin Trudeau. I quattro leader europei si sono uniti a Zelensky, in una data altamente simbolica, mentre la controffensiva delle forze di Kiev non sembra aver dato i frutti sperati e, al contrario, si registra un’avanzata russa in diverse aree del Paese.
“A Kiev per celebrare l’anniversario del secondo anno di guerra della Russia contro l’Ucraina. E per celebrare la straordinaria resistenza del popolo ucraino. Oggi più che mai siamo fermamente al fianco dell’Ucraina. Finanziariamente, economicamente, militarmente, moralmente. Fino a quando il Paese non sarà finalmente libero”, ha scritto sul social X von der Leyen.
Kiev dopo due anni di guerra
Kiev, dopo due anni di strenua resistenza, appare in difficoltà. “Il nostro sostegno all’Ucraina non vacillerà, le democrazie mondiali non si divideranno, non ci stancheremo”, ha rilanciato Biden, sollecitando il Congresso ad approvare il pacchetto di aiuti da 60 miliardi di dollari perché “Kiev sta finendo le munizioni”. E intanto ha annunciato una serie di 500 nuove sanzioni contro la Russia anche per la morte di Alexei Navalny.
Zelensky, che evidentemente insoddisfatto della situazione sul campo di battaglia ha cambiato i vertici dell’esercito, si mostra comunque fiducioso e in un’intervista a Fox News ha annunciato che “stiamo preparando alcune sorprese per la Russia. Il sud è importante. La difesa dell’est, dove i russi hanno più di 200mila soldati, è molto importante. Naturalmente prepareremo una nuova controffensiva, nuove operazioni”.
Sanzioni Ue alla Russia
L’Europa, intanto, continua a martellare sulla sanzioni contro Mosca. Ieri il Consiglio Ue ha adottato il tredicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia che comprende misure restrittive su 106 individui e 88 società o enti.
Ma Mosca non sembra avere intenzione di fermarsi. Anzi per voce di uno dei ‘falchi’, il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, è tornata a minacciare un’offensiva sulla capitale ucraina. “Sarà Kiev? Sì, probabilmente, dovrebbe essere Kiev. Se non ora, fra un po’ di tempo, forse in qualche altra fase dello sviluppo di questo conflitto”, ha scandito Medvedev, che ha rincarato la dose spiegando che “stiamo parlando di una città russa, che ora è controllata da una brigata internazionale di oppositori della Russia, guidata dagli Stati Uniti. Da qui nasce la minaccia all’esistenza del nostro Paese”.
Fonte AdnKronos.com