Trump in tribunale, ex presidente in arresto: si dichiara non colpevole

In un’affollata aula del tribunale di Manhattan, Donald Trump, che è in stato di arresto, si è dichiarato non colpevole per tutti i 34 capi di imputazione che gli sono stati contestati nell’atto di incriminazione per il caso Stormy Daniels, letto dal giudice Juan Merchan. Le accuse sono di aver falsificato i registri della società e partecipato a un complotto per versare denaro in cambio del silenzio a due donne alla fine della sua campagna elettorale del 2016.

L’udienza si è conclusa dopo circa un’ora. Trump ha lasciato il tribunale diretto all’aeroporto newyorchese La Guardia, per imbarcarsi alla volta della Florida. L’ex presidente dovrebbe parlare alle 20.15 ora locale, le 2.15 in Italia, a un evento pubblico a Palm Beach. Il 4 dicembre la prossima udienza a cui è prevista la presenza di Trump, in coincidenza con il momento clou della campagna elettorale delle primarie repubblicane che partiranno all’inizio del 2024.

“E’ una persecuzione politica, è un processo politico, è un giorno triste, non mi aspettavo che succedesse questo in questo Paese, a un ex presidente degli Stati Uniti”, ha detto l’avvocato Todd Blanche, ribadendo che nel caso presentato contro l’ex presidente “non c’è nulla, non ci sono crimini, non ci sono fatti”. Trump è “frustrato” e “arrabbiato”, ha dichiarato il legale parlando con i giornalisti all’uscita dal tribunale di Manhattan, aggiungendo che comunque l’ex presidente è “motivato” a combattere contro quella che definisce una “persecuzione politica”. “Combatteremo, combatteremo nel modo più duro”, ha poi aggiunto.

PROCURATORE IN AULA – Uno dei procuratori che ha rappresentato oggi l’accusa contro Trump ha detto di essere “molto preoccupato” per gli effetti che i messaggi di “minaccia” dell’ex presidente potranno avere su giurati e testimoni del processo. In quest’ottica, rivela Nbcnews, l’accusa intende chiedere un ordine protettivo per garantire la sicurezza dei testimoni. Nei giorni scorsi, Trump ha postato che il suo arresto potrà portare “potenzialmente morte e distruzione”.

Sono cinque i fotografi ai quali è stato permesso di entrare in tribunale per scattare foto dell’udienza, dalla quale sono state invece bandite le telecamere, secondo la decisione presa la notte scorsa dal giudice.

Contrariamente a quanto era stato ventilato, Trump non ha rilasciato nessuna dichiarazione prima di entrare in aula e nemmeno dopo. Poco prima di lui era entrato in aula il suo team di avvocati, Joe Tacopina, Susan Necheles e Todd Blanche. E ancora prima era stato visto varcare la porta dell’aula al 15esimo piano del tribunale di Manhattan, il procuratore distrettuale, Alvin Bragg, titolare del caso sulla vicenda Stormy Daniels.

Prima dell’inizio dell’udienza, alla Trump Tower è arrivata Melania Trump, scrive il Mirror, ricordando che secondo alcune voci Trump potrebbe dover affrontare anche il divorzio.

Durante il percorso dalla Trump Tower al tribunale di Manhattan, l’ex presidente ha postato su Truth: “Sono diretto verso il sud di Manhattan, al tribunale. Sembra surreale, wow, stanno per arrestarmi”. “Non posso credere che stia succedendo in America, Maga!”, ha concluso usando come slogan l’acronimo del suo movimento politico, Make America Great Again.

LA MAIL AI FINANZIATORI – “Un giorno tragico” per gli Stati Uniti. Trump ha continuato a incitare i suoi sostenitori a poche ore dall’udienza a New York. Riferisce la Nbc che l’ex presidente degli Stati Uniti, in una mail inviata ai finanziatori, scrive: “Oggi piangiamo la fine della giustizia in America. Oggi è il giorno in cui un partito politico al potere ARRESTA il suo principale avversario per non aver commesso alcun reato”.

“Un giorno tragico per la nostra repubblica”, scrive Trump nella mail definita “l’ultima prima del mio arresto” in “un tribunale illegale”. L’ex presidente chiede di “contribuire a salvare l’America”, e per questo allega un link per la raccolta di fondi, ed esprime la preoccupazione che gli Stati Uniti stiano diventando un “Paese del Terzo Mondo marxista”.

L’ex presidente, con un post sul suo social Truth, chiede quindi di spostare il caso da Manhattan a Staten Island, “che sarebbe una sede molto equa e sicura per il processo”. Il processo e l’eventuale scelta della giuria andranno in scena “in una sede molto ingiusta, dove in alcune aree vota repubblicano appena l’un per cento della popolazione”. Staten Island è l’unico borough newyorkese dove Trump ha vinto sia nel 2016 che nel 2020.

Fonte AdnKronos.com