«E’ stato il PD, il 23 maggio 2021 a chiedere la commissione d’accesso al Comune per fare piena chiarezza sulla gestione Ascione e restituire fiducia ai cittadini». È quanto ha ricordato il Commissario cittadino del PD di Torre Annunziata, Paolo Persico, nella conferenza stampa che si è tenuta presso la sede di corso Vittorio Emanuele III.
Nulla di nuovo per i torresi, Torre Annunziata è una città commissariata da sempre: Mario Casillo, Marco Sarracino e Paolo Persico hanno definito strategie politiche, veicolato interessi che in molti hanno denunciato ma per tornaconti politico-elettorali.
Paolo Persico, funzionario del Partito Democratico provinciale è giunto a Torre Annunziata nel dicembre del 2020 per sostituire l’ex segretario della sezione locale, Francesco Saverese, in rottura con l’ex sindaco Vincenzo Ascione e con l’ex vicesindaco Luigi Ammendola per quelle scelte politiche che di lì a poco hanno avuto anche risvolti giudiziari. E’ stato il commissario Paolo Persico, il 21 dicembre 2020 (7 giorni dopo c’è stato l’arresto del capo dell’ufficio tecnico Nunzio Ariano) ad avallare la riconferma di Luigi Ammendola e assicurarsi il suo bagaglio di voti che hanno fatto comodo quando c’era da eleggere i consiglieri regionali di riferimento.
Un Pd commissariato quindi che prima ha appoggiato le scelte di Vincenzo Ascione, unico imputato in una vicenda in cui le colpe politiche vanno condivise con gli esponenti provinciali e regionali dello stesso partito che, a quanto sembra invece, non sono stati commissariati.
Quello che nelle intenzioni dovrebbe essere un atto di coraggio – la richiesta di una commissione d’accesso – risulta invece l’ennesima resa incondizionata di una classe dirigente locale.
Niente di nuovo neanche nel PD e a Torre Annunziata che dai tempi di Luigi Matrone e Angelo Abenante continua ad essere una città ad amministrazione controllata.
I dirigenti di partito sono succubi di scelte spesso contraddittorie dettate dalla Federazione provinciale di Marco Sarracino che, insieme a Paolo Persico, sta tentando di ricostruire una verginità perduta da anni di malgoverno.
Una città, Torre Annunziata, che è stata svenduta e regalata a feudatari stranieri. Commissariata – prima che dalla Prefettura – dallo stesso PD di Casillo, Sarracino e Persico che, arresisi alla loro stessa incapacità di prevenire la corruzione, si sono rifugiati nella richiesta della commissione d’accesso.
Una debacle per un partito che ora cerca di risorgere dalle proprie ceneri, con le ricette di sempre. E’ ancora Paolo Persico che mette la faccia, laddove altri non metterebbero neanche i piedi – per usare un’espressione rugbistica – che declina intenzioni consunte: “coinvolgere la società civile”, una “pagina nuova”, i temi fondamentali “sviluppo, sanità, scuola”, la “liberazione dalla camorra, corruzione, violenza”.
Chissà se questi due anni di Commissariamento del Comune riusciranno laddove il PD torrese non è riuscito neanche a offrire una prospettiva di rinnovamento diversa, almeno nelle parole.
Aspettano tutti un rinnovamento, lo aspettavamo dall’ex assessore Lorenzo Diana, che continua a parlare «di evidenti ingerenze della camorra» e che è stato «indotto alle dimissioni», come ha dichiarato Sandro Ruotolo, facendo presupporre omertà anche da parte di chi doveva denunciare queste ingerenze e non lo ha fatto, e aspettano anche coloro che – messi alla porta dal Partito provinciale perché accusavano il malaffare – si chiedono perché gli indagati non siano stati espulsi dal partito e Vincenzo Ascione faccia ancora parte, come alto dirigente, dell’Assemblea nazionale. Contraddizioni, cerchiobottismo, la speranza di una rinascita può giungere dalla certificazione di un fallimento?
Massimo Napolitano