“Mōre Dianense” è stata presentata nel pomeriggio di mercoledì 17, nel “Gran Caffè Trezza”, in località Pantano di Teggiano, un’associazione culturale basata su volontariato culturale, apartitica, senza scopo di lucro, che ha la finalità prima di promuovere lo studio, la salvaguardia e la conservazione della cultura di Teggiano, l’antica Dianum, e della sua lingua, il dialetto di Teggiano/Diano, che di essa cultura è veicolo primo ed insostituibile.
“… Ai fini della presente associazione – si precisa sulle norme associative – si intende per Cultura la forma specifica e particolare di ogni fatto umano, individuale e collettivo, in cui si manifesta la vita materiale, sociale e spirituale di una comunità determinata, sin dalle sue origini, con l’obiettivo ultimo di … realizzare nella comunità teggianese una condizione di dilalia diffusa”.
L’associazione “Mōre Dianense”, presieduta da Vincenzo Andriuolo, dialettologo, profondo conoscitore delle radici linguistiche e culturali del territorio teggianese, annovera come soci fondatori Salvatore Gallo, Cono Cimino, Domenico Cimino, Michele D’Alessandro, Cono D’Elia, Fabio Ragone ed Enza Morena ed è nata dalla esigenza di mettere insieme le diverse sensibilità, le diverse attitudini di ciascuno, creare un luogo, un momento in cui queste si confrontano su un unico oggetto, in cui quella collaborazione, spontanea e mutua, già da tempo sperimentata, diventa organica e strutturale, per contenuto, oggetto e metodo.
All’incontro, oltre ai soci fondatori, sono intervenuti Michele Di Candia, Sindaco di Teggiano, i consiglieri comunali di Teggiano Maddalena Chirico, Rosa Cimino, Conantonio D’Elia e Katia Di Candia; Biagio Matera, presidente della Pro Loco di Teggiano, nonché rappresentanti della cultura del territorio.
“Noi siamo convinti – ha commentato il presidente Vincenzo Andriuolo – che ricostruire, preservare e tramandare la cultura e la lingua dei nostri padri sia un connotato della cittadinanza e, quindi, nostro dovere civico; dovere al quale non solo non ci si può sottrarre e questo determina e delimita il contenuto del nostro progetto; ma che si ha l’onere di assolvere in piena scienza e coscienza. Lingua e cultura sono un binomio inscindibile: la lingua è lo strumento di comunicazione della cultura, nasce e si struttura insieme a tutto ciò che esprime e rappresenta; la cultura è definita dalla lingua, senza un linguaggio, un sistema di comunicazione strutturato la cultura rischia di perdersi. Il lessico, le variazioni morfologiche e fonetiche, le strutture morfosintattiche sono intimamente connesse con la cultura che devono rappresentare e con la popolazione che la esprime. Perdere ricchezza e sfumature di linguaggio significa perdere pezzi di cultura.”
Particolare enfasi è stata posta dagli interventi sul problema di metodo “Tutte le attività dovranno essere svolte rispettando i canoni del metodo scientifico, ovvero applicando le tecniche, i metodi e gli strumenti predisposti ed utilizzati dalle scienze sociali di riferimento ratione materiae.” Garante, ed è questo forse l’aspetto più caratteristico della Associazione, ne è l’Organismo tecnico-scientifico che è “… composto da due esperti esterni, scelti tra docenti universitari di chiara fama nelle discipline che costituiscono il campo di studio dell’organizzazione”. Trattandosi di un organismo esterno e non soggetto agli organi di gestione dell’associazione che esprime parere vincolante su tutte le attività core dell’Associazione, composto dalla Prof.ssa. Carolina Stromboli, docente di Linguistica Italiana e di Dialettologia UniSa, per la lingua, e del Prof. Giuseppe Mea, già docente di Lingua e Letteratura Italiana nelle Università di Porto e Minho, per la glottologia.
A conclusione dell’incontro, il Sindaco Di Candia ha mostrato particolare apprezzamento per l’impegno della neonata “Mōre Dianense” nell’assicurare il rispetto del metodo scientifico, commentando così: “Siamo tenuti a sostenerla perché si tratta di un’iniziativa di qualità che può davvero garantire la salvaguardia della nostra lingua e della nostra cultura e trasmetterle alle giovani generazioni”.
Cinthia Vargas