Napoli. Ha sparato alla moglie, uccidendola. Poi si è barricato in casa dopo aver esploso colpi di pistola dal balcone contro i poliziotti. Infine, si è ammazzato. Questo il terribile epilogo avvenuto questa mattina a San Giovanni a Teduccio, dove una guarda giurata si è uccisa dopo aver ammazzato la moglie. I fatti sono avvenuti in un appartamento al quarto piano in via Raffaele Testa.
Un uomo, identificato come una guardia giurata, ha esploso colpi di pistola dal quarto piano della sua abitazione contro passanti e forze di polizia giunte sul posto. Colpita dai proiettili anche una volante della polizia ma non ci sono feriti in strada. L’uomo ha ucciso la moglie. La donna si chiamava Eva Kaminska, di origini ucraine. Dopo un po’, Raffaele Pinto, di 56 anni, ha deciso di ammazzarsi
La polizia, con le sue unità operative di primo intervento, si è mobilitata immediatamente per affrontare la crisi in corso. Tra loro, anche un negoziatore per stabilire un contatto con l’uomo barricato, al fine di risolvere pacificamente la situazione.
Sembra che l’uomo avesse perso il lavoro da poco a seguito di una causa giudiziaria. I due avevano tre figli, che al momento della follia erano a scuola. Due dei quali si trovavano in aula, mentre il terzo era in gita con la classe. I vicini raccontano che l’uomo era una persona tranquilla e non aveva finora dato segni di squilibrio.
Dopo ore di trattative l’uomo ha deciso di uccidersi.
Per Giuseppe Alviti, Presidente Associazione Nazionale Guardie Particolari Giurate, “la guardia giurata colpevole dell’abominevole gesto, è vittima stessa della macelleria sociale della categoria sottoposta a stress psicofisico sia per la quantità di ore lavorate e qualità nonché da una normativa per i porto d’ armi che ingigantisce il garbuglio burocratico per il semplice rinnovo e pone il lavoratore in stato di sudditanza estrema”.