Il Castello Maschio Angioino a Napoli ospita la mostra itinerante “Raccontami com’era il calcio”, l’esposizione che racconta la storia della Nazionale Italiana di calcio dagli esordi ad oggi.
L’evento è stato presentato venerdì 10 novembre ed è nato dalla collaborazione fra Un Secolo d’Azzurro, promossa dall’Associazione S.Anna a Roma di Aldo Rossi Merighi e Sabrina Trombetti, e la Fondazione ADA, Associazione per i Diritti degli Anziani, di Alberto Oranges; una mostra itinerante di successo che è già stata precedentemente in Campania, dapprima in esposizione nel Castello Angioino Aragonese di Agropoli, e poi, nel Castello Doria ad Angri.
In bella mostra la “numero uno” della Coppa del Mondo, cimeli dei Campionissimi Meazza, Boniperti, Rivera, Paolo Rossi, Zoff, Totti, Cannavaro, presenti nell’esposizione con le loro casacche azzurre indossate durante i Mondiali di calcio. Uno spazio speciale è stato dedicato all’idolo Diego Armando Maradona, El Pibe de Oro, curato dal collezionista Nicola Raccuglia, una sezione espositiva dove sono presenti diverse casacche utilizzate dall’argentino quando ha giocato con i colori del Napoli.
La conferenza di presentazione della mostra ha contato con la presenza di Vincenzo Manfredi, Sindaco di Napoli, e con la presenza di importantissime personalità del mondo sportivo e istituzionale, ed ha esposto due rari cimeli di grandissimo interesse storico e sportivo: il calco originale della Coppa del Mondo, realizzato dallo scultore Sergio Gazzaniga, nel 1973, che diede origine alla mitica Coppa del Mondo alzata al cielo dai nostri Azzurri nel 1982 e nel 2006 e la prima divisa utilizzata dalla Nazionale, nel 1910, una camicia bianca con lo stemma tricolore appuntato sul petto.
La mostra itinerante, a cura di Mauro Grimaldi, consigliere delegato di Federcalcio Servizi, che ha commentato entusiasta: “Quando si unisce calcio, arte, cultura questo è una cosa meravigliosa. La cosa interessante è che finalmente queste sede dedicate all’arte vengono aperte anche al calcio, al calcio storico, chiaramente. Napoli è un po’ ‘L’ombelico del mondo’, del calcio, non solo per la grande vittoria dell’anno scorso ma anche perché ha dato tantissimi calciatori della Nazionale Italiana. L’idea di questa mostra è quella di poter trovare uno strumento per parlare coi ragazzi, trasferire attraverso il calcio la nostra storia, la storia d’Italia e usare il pallone come voce narrante; per cui, può essere interessante portare i ragazzi a vedere questa mostra, dove posso toccare, possono vedere, quindi, nel tatto c’è anche la memoria ed è molto più semplice raccontare una storia ai ragazzi attraverso le maglie, palloni, attraverso delle cose che raccontano un po’ la storia di tutti quanti noi. Chi di noi non ha ricordo legato al calcio? Quindi, questo è uno strumento iconico per raccontare ai ragazzi la nostra storia e la storia d’Italia.“
“Siamo felicissimi di essere qui a Napoli – dice Sabrina Trombetti – il nostro grande sogno si avvera, dopo oltre 40 tappe realizzate in tutta Italia con la nostra mostra UN SECOLO D’AZZURRO, parte da Napoli la collaborazione con la Federazione Ada di Alberto Oranges e lanciamo questo nuovo format RACCONTAMI COM’ERA IL CALCIO. In mostra abbiamo i cimeli della Nazionale Italiana di calcio dagli esordi ai giorni nostri, per finire proprio con gli ultimi cimeli che ci ha donato Coverciano. E poi portiamo due chicche assolute: per la prima volta esponiamo la maglia del 1910 indossata dall’Italia e il calco della Coppa del Mondo realizzato da Gazzaniga nel 1971 e poi tutte le maglie dei campionissimi.“
“Il nostro ruolo è fondamentale per il racconto dello sport – commenta Gianfranco Coppola, Presidente Nazionale USSI – a quel tempo avevamo il piacere di condividere con gli atleti protagonisti ogni passo. Io pure ho attraversato una prima fase di carriera felice perché eravamo dietro alla porta degli allenamenti, stesso albergo, stesso aereo per i viaggi, oggi è diventato molto più complicato e questo è un peccato perché non riusciamo noi dell’informazione a trasmettere le emozioni che noi per primi provavamo di fronte a certi successi, con Pablito Rossi delle conversazioni meravigliose, così, come con gli altri e devo dire che è un peccato, ma il nostro ruolo è fondamentale, storico, importante, mi verrebbe da dire insostituibile.“
La rassegna “Raccontami com’era il calcio” resterà aperta nel Castello del Maschio Angioino, antisala dei Baroni fino al 18 novembre, con ingresso gratuito.
Cinthia Vargas