“Chiacchiere e nuvole” – Puntata n. 4 – Enzo De Luca e il declino di Salerno…

Uno degli aspetti più preoccupanti, in prospettiva futura (per quel che possa ancora valere, il futuro, in chiave politica, di un già settantenne), è che Enzo De Luca non ha mai mostrato di dar peso ai segnali negativi. Li ignora, anzi ostenta noncuranza, se non proprio disprezzo, per quegli avvisi, quelle indicazioni, quei suggerimenti della cronaca quotidiana. Un po’, paradossalmente (per lui, ex comunista duro e puro), come i fascisti di decenni or sono: “Se il destino è contro di noi, peggio per il destino”. Un motto, questo, dei carabinieri paracadutisti, poi mutuato, con significato prometeico, dalle formazioni politiche estremistiche, negli anni di piombo. Ma torniamo ai segnali. Il problema è che, tempo fa, quando le vele erano gonfie di un vento unidirezionale, un’indifferenza così arrogante poteva perfino andar bene, o, comunque, non lasciare segni visibili. Ma, ora (e da tempo), non è più così.  

I sacchetti dell’immondizia a Pozzuoli…

A Pozzuoli, il 28 febbraio 2018, un monito a mo’ di ceffone sul volto: un lancio di sacchetti di immondizia, all’indirizzo del governatore. Lo sceriffo fece onore al suo soprannome. Non si perse d’animo. Anzi, addirittura reagì. Ovviamente quando la polizia era riuscita, non senza sforzo, a sgombrare la sala della riunione, liberandola del manipolo di contestatori. Lo sceriffo impugnò il microfono e scandì, parola per parola: “Ho spiegato a tutti i camorristi che, se mi vogliono fermare, mi devono sparare. In testa…  Ma noi, la Campania, la rivolteremo. Da capo a piedi”. Quel giorno fu tristissimo, per Vicienzo. Si era a brevissima distanza temporale dall’inchiesta di Fan page sull’erede n. 2, Roberto. Guarda caso, proprio sulla raccolta dei rifiuti. Quel lancio dei sacchetti (tutti rigorosamente di plastica nera, annodata alla sommità) era un’allusione di feroce potenzialità provocatoria. Ebbene, il governatore diede prova di un  formidabile recupero psichico, imperniato sull’orgoglio.

La feroce offesa resta…

Ma lo sfregio, pesantissimo, restò. Questo è stato, senza dubbio, uno degli indizi di una popolarità che stava franando. Nonché della difficoltà di inserirsi appieno, senza problemi, senza sbavature, in un ambito sociale, geografico, geopolitico, tanto diverso da quello di Salerno. Che è stato, quello salernitano, perennemente pedissequo, eternamente tranquillo (“calma piatta”, altro che che tassa piatta…) e quasi da costante genuflessione ad un imperatore. Ma, a Napoli, tutto ciò non esisteva. Nemmeno lontanamente.

Le disavventure politiche dei suoi uomini…

Saltando a pie’ pari un intervallo di oltre un anno, un successivo indizio, tutt’altro che beneagurante, men che mai lusinghiero, è addirittura in corso. È di questi mesi: è l’indagine per voto di scambio, che riguarda Franco Alfieri, l’ex primo cittadino di Agropoli. Quell’iniziativa giudiziaria che ha messo in fiero imbarazzo (per gli specifici quesiti, rivoltigli in interviste pubbliche) Franco Roberti, l’ex procuratore nazionale antimafia, oggi candidato, in quota De Luca, alle imminenti elezioni europee. Alfieri è l’ex sindaco (al quale questa rubrica ha fatto già cenno) delle mitiche “fritture di pesce”. Un’espressione deluchiana che, come già dato conto, bollerà Agropoli ed il Cilento nei secoli dei secoli: quasi un simbolo. Per di più, perenne.

Gli slogan del governatore

Perché quest’altro dono non lo si può disconoscere, al potentino: la capacità di inventarsi sempre nuovi slogan di successo popolare, perifrasi, allegorie… Personaggetti, ad esempio: per marchiare a fuoco avversari politici, o, semplicemente, soggetti che gli stanno sui cosiddetti, a De Luca. Quel termine (“personaggetti”), però, è, insieme, significativo e sintetico. Al passo con i tempi brucianti di oggi. Come i numerosi altri, che l’implacabile (ma anche suo benefattore, come abbiamo già spiegato in precedenza) Maurizio Crozza ripete, vestito da De Luca, con la stessa inflessione, la stessa cadenza, la stessa spocchia (che emerge perfino nelle parole trascinate). Una sorta d’insofferenza malcelata,  compressa ed a stento contenuta… Le “fritture di pesce”, in quella riunione, apparentemente riservata, di amministratori locali, produssero due effetti diametralmente opposti: da un lato, l’irrefrenabile ilarità ed allegria del momento; dall’altro, una sorta di denudazione di De Luca, quasi la sublimazione di un’espressione in una sorta di testamento politico, il segnale di una forma mentis di eccessiva disinvoltura, ai confini con la spregiudicatezza.

La tenacia, talora contro sé stesso, di De Luca

Ritorniamo ad Alfieri. La candidatura, a sindaco di Capaccio Paestum, dell’agropolese Franco Alfieri, è apparsa, agli osservatori di buona memoria e non suggestionati da De Luca, una sorta di provocazione. Senza benefici, neppure potenziali. Alfieri, non lo si dimentichi, era già stato sconfitto imprevedibilmente, alle politiche del 4 marzo 2018, da una sostanzialmente sconosciuta pupilla di Mara Carfagna, per di più in una fase disastrosa, per forza Italia: la professoressa Marzia Ferraioli, che vive a Vietri sul Mare ed insegna all’università di “Tor Vergata”, a Roma. Dunque, un’aliena, nel feudo alfieriano. Eppure, vinse lei… Parimenti, De Luca non ha voluto intuire, perché, in realtà, non l’ha digerito, l’altro segnale, al quale questa rubrica ha fatto cenno già in precedenza: l’esito elettorale, del 4 marzo 2018, di Piero, l’erede al trono n. 1. Che  fu letteralmente surclassato, anche in città, a Salerno. Addirittura, salvandosi, solo per il rotto della cuffia, dalla mortificazione della terza posizione, avendo superato solo d’un soffio lo scialbo, insignificante candidato del centro destra. Una città, Salerno, che, insomma, per una volta, recuperò il suo orgoglio, sollevandosi in posizione verticale…

Le “luci d’artista” iniziano a risplendere di meno

Qualche problema, De Luca inizia a soffrirlo, sia pure per l’interposto sindaco deluchiano, Vincenzo Napoli, anche per le “luci d’artista”, l’iniziativa, mutuata dal Piemonte. Un disagio sotto vari aspetti: a cominciare da quello delle procedure d’aggiudicazione, che per la scorsa edizione comportarono ritardi, che di certo non giovarono all’immagine d’efficienza, di rapidità d’esecuzione, di decisionismo. Con i pentastellati che affermano, ad ogni pie’ sospinto, che la Corte dei Conti sta indagando, sulla questione. I guai, riepilogando, son sorti per le ultime tre edizioni. Ossia, gli anni di De Luca governatore, i primi in cui la Regione ha sostanziosamente contribuito all’evento salernitano. Sono nel mirino gli affidamenti diretti. Identica problematica negli incarichi nel cuore della sanità, affidata al commissario De Luca. Che predilige il sistema della nomina fiduciaria, piuttosto che il ricorso a graduatorie o a selezioni pubbliche. I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Gennaro Saiello e Michele Cammarano, hanno presentato un’interrogazione.

A Torino, le “luci d’artista” producono introiti, a favore del Comune. A Salerno, oneri spaventosi…

La medesima azienda, beneficiaria di consistenti appalti sulla direttrice Salerno-Napoli (Regione Campania), a Torino, governata dalla grillina Chiara Appendino, ha invece riversato trecentottantamila euro nelle casse comunali. A fronte di un ritorno d’immagine: nulla di più. A Torino, ci guadagnano, oltre che essere illuminati, festosamente, a giorno. A Salerno, mettono mani al portafoglio i campani. Tutti…

Queste son situazioni di contrabbando…

Chiacchiere e nuvole

La faccia tosta d’ ’a politica…

Il vento gonfia ogni polemica…

Che voglia di piangere ho!

Masuccio 2000

La quinta ED ULTIMA puntata dell’inchiesta “Enzo De Luca e il declino di Salerno” sarà on line, su ERREEMME NEWS.it, domenica 26 maggio (le prime quattro sono state pubblicate il 12, il 16, il 19 ed oggi, 23 maggio)