“La gente pensa che quanto accaduto sia una delle conseguenze di una faida interna al Pd, non sta a me dare giudizi o commentare, parlo da uomo della strada e noto questo disagio. Anche gli elettori meno avvenuti si rendono conto che si va al voto a Torre Annunziata al termine di un commissariamento per infiltrazioni camorristiche e probabilmente c’è anche chi pensa di poter beneficiare di una ricaduta mediatica”.
E’ il commento del giornalista Alberto Borrelli, candidato al consiglio comunale di Torre Annunziata con la lista civica “Orgoglio e Dignità torrese” a sostegno di Carmine Alfano, candidato a sindaco del Centrodestra.
“Naturalmente a titolo personale – aggiunge Borrelli – la mia piena solidarietà va al candidato sindaco Corrado Cuccurullo che, oltre a essere un amico, è anche un tecnico che stimo, ma il problema è in quel modo di fare politica che la gente non sopporta più. Ho la sensazione che si voglia far passare l’episodio come intimidazione di camorra. Ma credo che in questo caso non si tratti affatto di camorra, bensì di tutt’altro”.
“Purtroppo”, aggiunge Borrelli, “molte volte la “scusa” della camorra diventa il migliore alibi per nascondere scelte sbagliate e cattiva gestione. Oserei dire che più che pensare alla camorra (combattuta con determinazione dalle Forze dell’ordine e dalla Magistratura,) la politica deve riguadagnare credibilità e prendere le distanze da una certa politica clientelare. Insomma, chi è chiamato a governare ha il dovere di contrastare, con tutti i mezzi leciti, una disastrosa ‘cultura della camorra’. Dobbiamo, cioè liberarci dalla politica del fare e dell’avere che tanto male ha fatto negli ultimi decenni nelle nostre terre”.
Titti D’Amelio