Def, Istat: “Evasione ancora elevata, pesa sulla crescita”. Su capacità competitiva e equità delle politiche pubbliche

I dati contenuti nella Relazione sull’economia non osservata allegata alla Nota di aggiornamento al Def “mostrano la persistenza di livelli elevati di evasione fiscale e contributiva, aspetti critici per il rafforzamento della capacità competitiva e di crescita del nostro Paese e per l’efficacia e l’equità delle politiche pubbliche”.

A sottolinearlo è il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo nell’audizione sulla Nadef davanti alle Commissioni Bilancio di Senato e Camera. Le stime della relazione evidenziano in media, nel triennio 2014-2016, un gap complessivo pari a circa 109,7 miliardi.

“Per gli interventi riguardanti il recupero dell’evasione, una quantificazione precisa è ardua. Al fine di assicurare il rispetto dell’obiettivo, è auspicabile che siano definiti momenti di monitoraggio dei conti in corso d’anno e pronti meccanismi correttivi in caso di scostamenti”, aggiunge il vice dg della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini in audizione sulla Nadef. “I progressi nel contrasto all’evasione fiscale richiedono tempo” e “non si può non raccomandare un approccio cauto alla loro quantificazione all’interno di ciascuna manovra di bilancio”.

In Italia “ancora solo il 56,2% delle donne partecipa al mercato del lavoro e il tasso di occupazione non supera il 50%. Si tratta dei valori tra i più bassi, insieme a quelli della Grecia, tra i paesi dell’Ue dove il tasso di attività è pari al 68,3% e quello di occupazione al 63,4%”, afferma il presidente dell’Istat, spiegando che “il ruolo ricoperto in famiglia, in assenza di un adeguato sistema di sostegno, appare come uno dei fattori discriminanti (insieme alla regione di residenza e al titolo di studio)”.

“Le imprese più orientate alla sostenibilità” mostrano “la presenza di un premio in termini di produttività che può arrivare anche al 15%”, ha detto Blangiardo in audizione sulla Nadef, ricordando che “il valore aggiunto delle “ecoindustrie”, ossia attività economiche la cui finalità principale è la protezione dell’ambiente o la gestione delle risorse naturali, nel 2017 è stato pari a 36 miliardi di euro e al 2,3% del Pil, con una tendenza alla crescita superiore a quella media dell’economia”.