Violenza di genere, quello che non dicono i dati del Ministero dell’Interno

Nei giorni scorsi un ragazzino di tredici anni, insieme a suo fratello e a suo padre, ha attentato alla vita di un uomo colpevole di avere una relazione con la propria madre.

La stampa, locale e non, si è concentrata solo su un dato però, forse più interessante dal punto di vista giornalistico, ovvero di dove fossero i ragazzi forse per sottolineare il degrado culturale di questo nostro bistrattato Sud, quando è noto che, almeno sotto questo punto di vista, è un fenomeno diffuso su tutto il territorio nazionale, difficile da estirpare.

C’è un’altra figura però in tutta questa storia: una donna, che realmente non è presente sul luogo dell’accaduto ma di cui si percepisce tutto il suo peso. Dov’era questa donna, moglie e mamma di questi uomini? Facile immaginarla chiusa in casa, trattata come un oggetto a cui è negata qualsiasi volontà di assecondare il proprio sentire.

Un ragazzino appena adolescente che crede, lui, di dover puntualizzare che la femmina di casa è roba sua. E allora ci si chiede se non sia il caso di inserire nella casistica di violenza sulle donne questo tipo di sopraffazione più subdola, che confina questa donna tra le pareti di casa, colpevole, lei, di volerle demolire.

Il report semestrale pubblicato dal Ministero dell’Interno i primi agosto sugli omicidi volontari presentano dati in crescita per quanto riguarda le vittime di genere femminile in ambito familiare e affettivo. I dati sono in aumento sia nell’ andamento generale degli eventi delittuosi (+8%) che nel numero della vittima di genere femminile (+4%). Sono infatti 65 le donne uccise in ambito familiare o affettivo; di queste, 39 hanno trovato la morte per mano del partner o ex partner (+3%).

Accanto a questi dati poi ci sono i report che raccolgono le denunce da parte delle donne vittime di violenza domestica, che sono sicuramente in difetto: quanti quelli non denunciati , o non annoverati tra questi, casi come quello accaduto nel napoletano in cui la violenza ai danni di una donna si consuma prendendosela con un uomo.

Emerge un quadro desolante, in cui le politiche sociali non riescono a stare dietro a tutto. Per donne e giovani, ma anche per gli uomini, c’è ancora tanto da fare.

Massimo Napolitano