Minaccia sui social la figlia della Meloni: professore di Nola tenta il suicidio

Stefano Addeo, docente di tedesco in un istituto scolastico di Cicciano, in provincia di Napoli, si è reso protagonista di un gesto drammatico dopo le forti polemiche scaturite da un post pubblicato sui social, poi rimosso, in cui faceva riferimento alla figlia della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

L’uomo ha ammesso di aver ingerito una quantità significativa di farmaci, tra cui barbiturici, con l’intento di togliersi la vita. Secondo quanto dichiarato da Addeo stesso, si è rifiutato di sottoporsi alla lavanda gastrica e ha riferito che la polizia desiderava parlargli.

L’intervento è avvenuto nel pomeriggio dell’1 giugno, quando i carabinieri della stazione di Marigliano sono accorsi presso la sua abitazione. È stata la dirigente scolastica dell’istituto a dare l’allarme dopo essere stata contattata direttamente dal docente. Addeo avrebbe assunto un mix di medicinali e alcolici, ed è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Nola, dove è attualmente ricoverato in codice rosso. Le sue condizioni, pur gravi, non sarebbero tali da metterne in pericolo la vita.

Sul professore sono attualmente in corso due procedimenti: uno aperto dalla Procura di Roma e un altro di natura disciplinare.

La lettera alla premier

In una lettera indirizzata a Giorgia Meloni, Addeo esprime la volontà di incontrarla per poterle porgere personalmente le sue scuse. Ammette che le parole usate nel post sono state gravi e inaccettabili, pur ribadendo che non intendeva augurare del male a una bambina.

Il docente si è assunto ogni responsabilità per quanto scritto, riconoscendo che la frase pubblicata non rispecchia il suo essere né come persona né come insegnante. Nella stessa lettera, di cui è stata anticipata la pubblicazione dal quotidiano Roma, Addeo si sofferma anche sul proprio vissuto personale, il rapporto con l’anziana madre e la sofferenza vissuta in questi giorni.

Il testo si conclude con una richiesta di perdono rivolta direttamente alla presidente del Consiglio per il dolore causato, in particolare nei confronti della figlia, che – sottolinea – “non avrebbe mai dovuto essere coinvolta”.