“Ci svegliamo alle 4 di mattina a pro di che? Le persone hanno paura e non vengono più per fare i propri acquisti”. Al mercato settimanale di torre annunziata, che si svolge il venerdì nel piazzale antistante il campo sportivo, si leva un grido di disperazione da parte dei commercianti che non hanno più la clientela dei mesi scorsi.
“La gente oramai ha paura e non esce di casa – constatano amaramente – nonostante che a Torre Annunziata gli spazi sono enormi ed è facile applicare il distanziamento; abbiamo rispettato tutte le ordinanze e abbiamo acquistato i dpi e anche i plexiglass per evitare il contatto con i generi alimentari, in sicurezza i nostri clienti potrebbero venire a fare acquisti ma l’allarmismo diffuso ci ha penalizzato”.
Il mercato sembra essere un luogo sicuro, all’aperto si passeggia in sicurezza, il distanziamento è rispettato, i commercianti sono attenti, eppure c’è desolazione, sono pochi gli acquirenti, si avverte lo stato di crisi che attanaglia anche questo settore. Una crisi psicologica, umorale, che si riflette su quella economica, il lockdown non è totale, ma un senso di depressione soffocante si respira soprattutto nei luoghi di una socialità che non c’è più.
I commercianti sono stati per settimane senza poter effettuare vendite e solo da poco hanno potuto riposizionare le proprie bancarelle, ma non lo potranno fare il sabato e la domenica, e restano sempre con l’angoscia che non ci siano nuove regolamentazioni restrittivi. Anche loro “vittime” del susseguirsi di DPCM, dei pareri tecnico scientifici, del passaggio alla zona rossa e ordinanze regionali di cui spesso vengono a conoscenza tramite un tam tam su whatapp e a cui si devono adeguarsi giorno dopo giorno, con gravi disagi per chi è costretto a svegliarsi presto per raggiungere i luoghi dove posizionano le loro bancarelle.
“A questo punto – chiedono gli ambulanti – all’incertezza perenne a questa crisi delle vendite, preferiamo un lockdown totale anche senza neanche aiuti economici diretti, ma con il governo che provvede direttamente ai pasti quotidiani delle nostre famiglie e al pagamento delle bollette, perché – concludono mestamente – così non possiamo andare avanti.
Al mercato si andava non solo per comprare, ma per chiacchierare, per incontrare, per respirare aria pulita e fresca, il mercato è un luogo ancestrale di umanità che forse stiamo perdendo e che nessun ordinanza potrà far tornare come prima. Abbiamo perso salute, abbiamo perso soldi, ma questa pandemia non si deve far perdere il sorriso delle relazioni sociali, oggi che è la giornata della gentilezza, ricordiamolo. Quando e se torneremo alla normalità non dobbiamo scordare ciò che ci è stato negato durante questo periodo perché anche una sottrazione può diventare un valore aggiunto per costruire un mondo nuovo basato su affetti, sicurezze ed un economia che tiene conto degli uomini, dei mercati, e non delle merci”.
Massimo Napolitano