Fumata nera al vertice durato circa tre ore a Palazzo Chigi sul tema dell’Autonomia: le intese regionali non saranno sul tavolo del Consiglio dei ministri. Un nuovo vertice dovrebbe esserci mercoledì prossimo. E’ dunque scontro sul provvedimento con fonti della Lega che accusano: “Sull’Autonomia 5 stelle fanno muro e si nascondo dietro ai burocrati. Ennesima riunione a vuoto”. “I 5 stelle chiedono tempo e chiedono un incontro il prossimo mercoledì. Nessun nodo risolto. Bloccano qualsiasi iniziativa”, accusano dalla Lega al termine del primo vertice a Palazzo Chigi, quello sull’Autonomia.
“L’autonomia è nel contratto e si farà. Le riunioni servono per far condividere le cose. Quando si governa in due le cose si fanno in due. Quindi nessun blocco“, replicano fonti M5S.
Sulla scia della vittoria olimpica, la Lega aveva provato l’accelerazione finale sull’Autonomia di Lombardia e Veneto, insieme all’Emilia Romagna. “Quando corrono gli enti locali l’Italia vince”, aveva Matteo Salvini, tornando a indicare Roma come il luogo dove “tutto si ingolfa”.
Ma su scuola, trasporti e tasse da trasferire alle ricche regioni del Nord, il Movimento 5 stelle vuole giocare fino in fondo la sua partita. E almeno correggere e rallentare, se non fermare, la corsa dei governatori salviniani verso l’autonomismo. Dando al Parlamento il potere di esaminare ed emendare. Con la calma necessaria. E’ questo il cuore del vertice serale a Palazzo Chigi.
La partita è legata, su un piano tutto politico, a un altro tema caro alla Lega, quello della prossima manovra e della flat tax.
Di questo parla anche Salvini che, durante il vertice a Palazzo Chigi si allontana per una intervista programmata a CartaBianca. E torna a dire che l’infrazione Ue preoccupa perché avverte: “sarebbe una scelta politica”.
Sui conti pubblici si deciderà tutto nelle ultime ore prima del Cdm: sia a Palazzo Chigi che nel M5s c’è ottimismo sul via libera della Lega alla legge di assestamento di bilancio con una correzione dei saldi che consenta di evitare la procedura d’infrazione Ue.
Ma il nodo, enorme, riguarda il 2020: nel governo sarà battaglia fino alla fine e uno stop all’Autonomia potrebbe indurre Salvini a far saltare tutto. Tra l’altro la Lega starebbe preparando – pronta all’uso, per forzare la mano nel governo – un’accelerazione delle misure fiscali (la “manovra” di cui ha parlato Salvini), con un provvedimento ad hoc (forse un decreto, ma non si trovano riscontri tra le fonti ufficiali) cui già lavorano gli uffici. Tutti insieme, insomma, vengono al pettine i nodi più spinosi per i gialloverdi. Accelera anche la decisione sulla Tav: dopo l’aumento al 55% dei finanziamenti europei i leghisti spingono perché arrivi in fretta il Sì del governo ma il M5s frena, chiede tempo (i bandi, sottolinea, sono revocabili) e, dilaniato al suo interno, si affida a Conte.