Cisterne al porto di Torre Annunziata: il sindaco dimentica il ricorso al Tar, ma ci pensano i comitati

La notizia che il Comune di Torre Annunziata (in provincia di Napoli) non ha presentato al Tar le proprie motivazioni per bloccare il decreto regionale di “non assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale da parte della Iselcod” ha provocato le immediate reazioni da parte di chi sta combattendo in prima linea affinché non venga permessa la realizzazione di quello che in molti reputano, non solo una bomba ambientale, ma anche uno scempio paesaggistico in una zona che potrebbe avere una destinazione d’uso turistica.

Il sindaco Vincenzo Ascione, però, ci tiene a precisare che il ricorso non era l’unica strada percorribile per rigettare il decreto regionale ma ha preferito presentare un’istanza di annullo in autotutela che permette di avere gli stessi risultati del ricorso al Tribunale amministrativo senza coinvolgere un organo terzo.

A dimostrazione che questa amministrazione vuole mantenere gli impegni assunti per bloccare la costruzione delle cisterne di idrocarburi – precisa Ascione – “i nostri avvocati sono impegnati nella risposta da articolare alla Isecold in merito alla richiesta di annullare la revoca della concessione. Tutti gli atti che produrremo saranno resi pubblici nei prossimi giorni – promette il sindaco di Torre Annunziata – per aggiornare tutti i cittadini”.

Il consigliere comunale Pierpaolo Telese, tuttavia, disapprova la mancanza di raccordo dell’amministrazione comunale con il consiglio comunale, con i cittadini e i movimenti in prima linea contro la realizzazione delle cisterne.

“Una settimana fa è stata spedita – riferisce Telese – una Pec al primo cittadino, a nome dei consiglieri di opposizione, in cui chiedevamo quali iniziative fossero state messe in campo in vista dell’imminente data di scadenza del ricorso al Tar, alla quale non c’è stata data risposta. Questo atteggiamento – stigmatizza Telese – manca di rispetto verso tutti coloro che hanno chiesto una maggiore collegialità e trasparenza nelle azioni da mettere in campo per contrastare l’ampliamento delle cisterne e per verificare le modalità di una delocalizzazione”.

Ma se la giunta ha deciso di non ricorrere al TAR, così non hanno fatto i comitati contro le cisterne che hanno affidato ad avvocati amministrativi e tecnici di parte le loro motivazioni per impedire l’ampliamento dei depositi di idrocarburi ubicati sulla spiaggia della Salera che basa le proprie ragioni sul fatto che la commissione VIAS-VAS della Regione Campania abbia recepito solo le osservazioni della ditta, facendole proprie, senza opporre nessuna propria controdeduzione.

“Se fossero stati consultati i comitati – puntualizza Orfeo Mazzella – anche nella stesura del documento in autotutela, avremmo messo a disposizione del sindaco Ascione il parere della relazione tecnica di parte che è servita per il nostro ricorso al Tar per evidenziare che la Valutazione di Impatto Ambientale è uno strumento necessario per un’azienda a così elevato rischio industriale”.

Tra i tanti aspetti messi in rilievo dalla perizia presentata, “è stato evidenziato che il deposito costiero è incompatibile con il Piano di Emergenza Vesuvio, visto che in caso di rischio vulcanico ci vorrebbero 4 mesi per svuotare le cisterne. Tra gli altri punti su cui insistono c’è quello di un potenziale rischio idrogeologico sull’area dove sono ubicate; infatti la spiaggia su cui sorgono le cisterne è di tipo sedimentoso, che si è creata a seguito della costruzione del molo di levante e quindi soggetta a una liquefazione del sottosuolo e a un aggravamento dell’insabbiamento del porto che farebbero risultare vani i lavori di escavo eseguiti degli anni scorsi”.

Il deposito costiero – secondo quanto sottolineato dai ricorrenti al Tar – “sorge in una posizione strategica, situato al centro del golfo di Napoli e a pochi passi dal sito UNESCO degli Scavi di Pompei. Qualsiasi evento tragico, oltre ai rischi derivanti per la salute di un territorio ad alta densità abitativa, potrebbe avere effetti nefasti anche per l’aspirazione che ha Torre Annunziata nel divenire una città a vocazione turistica”.

“E’ noto – continua Mazzella – che la legge non prevede alcun obbligo per la pubblica amministrazione ( la regione) di rispondere alle istanze in autotutela e sarebbe stato meglio presentare anche il ricorso TAR. La Domanda sorge spontanea “chi consiglia il Sindaco?

Non ci fidiamo di questo modo di fare e perciò è stato presentato al Sindaco una richiesta di Accesso agli atti per avere in copia l’istanza di autotutela e le motivazioni espresse hella stessa per cui la Regione Campania dovrebbe ritirare il decreto.

Ci aspettavamo maggiore partecipazione e trasparenza , ma come al solito queste richieste sono state ignorate Questo atteggiamento – conclude mazzella – è purtroppo un leitmotif che separa sempre di più questa amministrazione dalle vere esigenze dei cittadini è un cancro che va estirpato.

Massimo Napolitano