Nella cornice del Chiostro degli Eremitani di Sant’Agostino a Buccino, nella Sala “Antonella Fiammenghi”, giovedì 22 dicembre, si è tenuta la premiazione del concorso artistico “La Gorgone Volceiana”.
Il concorso “La Gorgone Volceiana”, indetto dalla Pro Loco di Buccino Volcei, era rivolto a professionisti, studenti e cittadini ispirandosi al tema dell’antica Volcei e si è svolto nell’ambito delle attività previste dal progetto “I giovani e la fornace delle idee”, progetto cofinanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito dell’avviso pubblico “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici 2018”.
A intervenire nella cerimonia di premiazione: la Dott.ssa Adele Lagi, ex funzionario del Museo e Parco Archeologico di Volcei; Tony Lucido, Presidente Regionale UNPLI Campania; la Prof.ssa Maria Giuseppa Vigorito, Dirigente Scolastico dell’Istituto “Alberto Galizia” di Nocera Inferiore e il Prof. Pasquale Ciao, Presidente della commissione esaminatrice degli elaborati e manufatti in concorso.
“Oggi si è conclusa questa attività che ha visto coinvolti gli studenti dell’Istituto Galizia di Nocera Superiore – commenta Luisa Gaimari, vicepresidente Pro Loco Buccino Volcei – Finora è stata una bellissima esperienza e siamo molto soddisfatti in quanto Pro Loco; questo progetto ci sta dando molto sia a livello umano, perché siamo comunque a contatto con i ragazzi, che a livello culturale, data comunque l’importanza del luogo in cui il progetto viene ospitato, ossia, il Museo Archeologico Nazionale di Buccino Volcei che ha dato spunto per la lavorazione di questi manufatti”.
“Un’attività progettuale abbastanza ambiziosa – ha sottolineato Marcello Nardiello, responsabile progetto “I giovani e la fornace delle idee” – che parte praticamente dal Museo Archeologico Nazionale (MAN) di Volcei ma, in senso più ampio, dall’antica Volcei e promuove le attività che i ragazzi oggi stanno svolgendo all’interno del territorio, nel caso specifico, la realizzazione di una bottega di ceramica.
Quasi un centinaio di opere presenti in concorso – continua Nardiello – tra quelle, diciamo, pittoriche e di ceramica, sono state poi anche assegnate le menzioni speciali in questo caso perché si è premiato anche il lavoro di gruppo. Nel 2023 sarà assegnata una borsa di studio a quei ragazzi che si sono ovviamente proposti nel creare dei manufatti ‘alternativi’ , manufatti moderni partendo praticamente dall’analisi del prodotto antico.
Va ricordato anche che le attività progettuali – conclude Nardiello – sono state presentate alla BMTA di Paestum e sono state prese in analisi come elemento di buona prassi da parte di una delle Pro Loco del territorio nazionale, a sottolineare l’importanza di questo progetto, per far sì che questo possa essere un momento di socializzazione ma anche di ripresa socio-economica per il territorio, facendo leva sul volontariato, nel caso specifico sulle Pro Loco che solitamente vengono definite le sentinelle di un territorio”.
“Un discorso che dovrà allargarsi in futuro – commenta Tony Lucido – dovrà vedere coinvolto ancora di più il mondo delle pro loco con la scuola, i giovani, perché attraverso questa organizzazione a rete si può mostrare all’esterno l’utilità sul piano culturale e anche sul piano sociale e occupazionale. Le pro loco sono impegnate a testimoniare con onestà, capacità, impegno, fantasia quello che il mondo attribuisce loro: cioè, fare sintesi tra ciò che è la storia, il passato e quelle che sono le speranze future. Le pro loco sono fatte da sognatori ad occhi aperti ma che insieme al sogno sanno mettere le mani, l’impegno, la faccia, la ricerca, la cultura e tutto ciò che il loro patrimonio umano riesce a produrre”.
Pasquale Ciao così ha commentato a fine evento: “Sicuramente è stato un percorso complicato e difficile perché tutti i lavori erano molto eccellenti; perché l’Inter progettuale era stato fondato con tutte le tecniche artistiche, da quelle che il bozzetto grafico, l’insieme dei colori trasformati e interpretare quello che era il soggetto da analizzare, che in apparenza poteva essere una cosa brutta, magari, vecchia e museale, ed è diventato un oggetto e una produzione moderna anche attraverso la progettazione del 3D, quindi, la fantasia creativa dei ragazzi è stata eccezionale; hanno vinto tutti”.
“Con consapevolezza abbiamo scelto di partecipare a questo progetto altamente formativo – ha sottolineato la Prof.ssa Maria Giuseppa Vigorito – per come è stato organizzato; la partecipazione è stata veramente molto pregnante, almeno per l’impegno profuso dai ragazzi che durante queste attività hanno tratto diverse conoscenze sia relative al territorio, un territorio ricco di storia fondamentale affinché il loro senso critico si affinasse per evolversi in creatività necessaria alla rivisitazione di quanto proposto, a livello visivo, a livello di commenti, quindi, uditivo, e le riflessioni che sono scaturite da questo percorso, che ha riguardato, appunto, la visita al Museo Archeologico di Buccino, e rimarranno impresse nella mente dei ragazzi.
La partecipazione e tutta la competenza di cui erano in possesso – continua la Vigorito – naturalmente ha dato i suoi frutti, anche a livello comportamentale, nella elaborazione e nella riproposizione di opere d’arte che hanno riguardato un periodo storico che è rimasto come patrimonio interiore e ci auguriamo che questo possa instaurare anche l’idea che poi troverà la sua realizzazione nella scelta di percorsi che, appunto, riguardino la valorizzazione del territorio e, quindi, di tenere in debita considerazione la formazione a livello archeologico, a livello storico, a livello geografico, e, con un pizzico di sentimento, partecipare al territorio, alla storia di un popolo che non nasce dall’oggi al domani ma che, naturalmente, si fonda su determinate radici importanti, per conoscere l’uomo e per conoscere se stessi”.
La Dott.ssa Lagi a fine evento ha avuto parole di plauso per l’iniziativa: “Siamo molto felici che il nostro Museo possa accogliere i giovani. Cos’è un museo? È un arido contenitore di oggetti che devono essere conservati? No, non può essere solo questo! Il museo è uno spazio dove vanno accolti i pensieri della gente, il museo raccoglie attraverso gli oggetti quello che i nostri antenati hanno pensato, hanno voluto, hanno fatto; quando si apre il museo ai giovani, alla gente che lo visita, trasmette questa impressione, questi pensieri, attraverso gli oggetti che vengono visti.
Tutto questo, soprattutto, va ai giovani perché i giovani sono la possibilità di esistere in futuro per queste cose; noi dobbiamo trasmettere la conoscenza dell’importanza dei valori che questi oggetti rivestono e i giovani la dovranno trasmettere a chi verrà dopo; si chiama patrimonio, si chiama eredità culturale del passato e in particolare quando l’eredità del passato attraverso l’oggetto che magari è un oggetto di vita quotidiana, un vaso, uno strumento, ma è stato prodotto con arte da chi l’ha voluto, allora, viene presentato e viene sottoposto all’esame di una mente artistica, si crea un legame ancora più forte. Questa è davvero la trasmissione del passato al presente e anche al futuro”.
Cinthia Vargas