Arbitri e Legea: la storia infinita… Ennesima gaffe dell’azienda di Pompei

ERREEMME NEWS s’è interessato più volte, in questo ultimo periodo, dei rapporti tra la LEGEA (l’azienda di Pompei e Scafati di abbigliamento sportivo) e l’associazione italiana arbitri. Un sodalizio che non è nato sotto una buona stella.

Prima, la scarpetta arbitrale, con la scritta AIA-FIGC storpiata (in AIA-FGIC). Poi, la circolare della segreteria della commissione arbitri del calcio a cinque, che invitava i convocati al raduno pre-campionato a presentarsi… muniti del loro personale abbigliamento sportivo, essendo previsto un ritardo, nella fornitura da parte della LEGEA. Il che equivale ad una nazionale di calcio, che si alleni e giochi le gare amichevoli con maglie e pantaloncini multicolori, delle società di appartenenza degli atleti.

Ma la sai l’ultima? La scritta LEGEA sul retro della divisa da arbitro. Corretta, ma, paradossalmente, capovolta. Un guazzabuglio inestricabile. Finora, insomma, la sponsorizzazione ha avuto un esito, obiettivamente, molto negativo. Con la curiosità, che cresce di giorno in giorno, che sia appurata, finalmente, la verità, alla radice del fenomeno. Possibilmente, in una con le responsabilità dei pesanti disguidi.