Torre Annunziata, Alberto Borrelli (Orgoglio e Dignità): “Ci batteremo per i 3mila condoni per abusi di necessità” – Video-Intervista

Siamo a Torre Annunziata con Alberto Borrelli, giornalista e imprenditore, candidato al consiglio comunale della città oplontina nella lista civica Orgoglio e Dignità a sostegno del candidato sindaco Carmine Alfano.

Alberto come mai la decisione di scendere in politica?

“Io sono stato consigliere comunale negli anni ’80, i tragici anni ’80.Poi avevo deciso di abbandonare. Poi più ero tentato a tenermi fuori dalla politica, più sentivo che la politica mi chiamava ad un senso di responsabilità. Non vorrei sembrare presuntuoso, ma mi pongo con gli elettori con spirito di servizio e voglio dare un contributo alla mia città, stare al fianco della gente che merita una ben altra amministrazione”.

I punti salienti del tuo programma?

“Sono stato per lavoro al Moma di New York e sono stato colpito dalla tabula peutingeriana che era esposta lì in bella vista all’interno del museo. Lì c’erano le città più importanti : Roma, Pompei Ercolano, Stabia. Mancava Torre Annunziata perchè all’epoca la nostra città si chiamava Oplonti. Propongo, anzi mi impegno che in caso di elezione positiva, che questa città abbia il coraggio di cambiare nome per voltare pagina, per recuperare una sua tradizione e consapevolezza. Questa è una città che deve vivere di turismo, non di fabbriche. Dobbiamo fare in modo che il nostro tesoro, le risorse siano gli scavi archeologiche, che sono più conosciute e stimate all’estero che in Italia.

Dobbiamo chiamarci Oplonti perché questa città deve ritrovare la sua strada, e la sua strada è l’accoglienza, il turismo, la voglia di emergere in senso positivo allontanandoci dallo spettro della camorra e dalla malavita, provando a fare squadra anche con chi magari non verrà eletto. Propongo un patto con tutti con i miei colleghi candidati: impegnamoci in modo che questa città ritrovi la sua vocazione naturale, quella turistica”.

C’è un’altra cosa che ti sta a cuore?

“Ci tengo non solo a cambiare il nome di Torre Annunziata in Oplonti ma vorrei in atto di coraggio da parte dell’amministrazione. Mi riferisco al condono dell’83. Sono 40 anni che la gente aspetta. Centinaia e centinaia di famiglie torresi sono in bilico, non sanno che futuro possono vivere per sé e per i propri figli perché il condono varato nell’83, cioè subito dopo il terremoto dell’80, è ancora lì che giace imbalsamato per una serie di motivi che io posso anche comprendere. Condono ha significato fino a qualche anno fa abusivismo selvaggio, speculazione edilizia, rapporti con la malavita. Ovviamente non è quello a cui mi riferisco. Penso al condono per i piccoli abusi, i cosiddetti abusi di necessità, che possono portare nelle casse del comune energie e risorse finanziarie adeguate da investire in opere al servizio della collettività. Cioè con i soldi del condono si possono fare palestre, piscine, piste ciclabili.
Il comune deve rigare dritto, sempre sul filo del rasoio, per far quadrare i conti. Così invece avrebbe risorse da cui attingere”.

In che termini pensi che possano beneficiarne le casse del Comune?

“Che io sappia ci sono 2mila o 3mila pratiche di condono che giacciono lì da decenni. Sostanzialmente sono già state istruite. Se soltanto volessimo fare conto su questi tremila provvedimenti ai quali naturalmente si aggancerebbero 3000 versamenti per le opere di urbanizzazione, perché praticamente ottieni attraverso il condono una licenza in sanatoria e devi pagare il dovuto al comune. Con questi denari il comune li investe in opere pubbliche e sociali”.