A Venezia punta massima di marea si ferma a 115 cm. Centro maree: “Livello sostenuto ma non eccezionale”

In Alto Adige ancora circa 13.000 utenze sono senza corrente elettrica, dopo le eccezionali nevicate di ieri. A Brunico invece nella notte è tornata la luce. La linea ferroviaria del Brennero è ancora interrotta all’altezza di Bolzano per una frana, è stato istituito un servizio di bus sostitutivi tra la stazione di Bolzano e quella di Brunico. Risultano chiuse numerose valli, come la val Gardena, la val Badia, la val d’Ega, la val Senales, la val Martello. Sono in tutto 70 le strade chiuse per motivi di sicurezza.

A Venezia punta massima di marea si ferma a 115 – La marea ha toccato una nuova punta massima di 115 centimetri sul medio mare a Venezia, poco dopo la mezzanotte. Un fenomeno classificato come molto sostenuto (codice arancio), e non eccezionale, come i picchi degli ultimi tre giorni. L’allagamento in questo caso interessa soprattutto le aree più basse della città, come San Marco. Per domani il Centro maree del Comune prevede un’altra massima di 120 centimetri, alle 11.55.

“Sono le 9.20 – dice Brugnaro in un video – e sono ora costretto a far chiudere la piazza per ogni evenienza, in maniera tale di non mettere a rischio l’incolumità delle persone”. Poco prima, in un altro post Brugnaro scriveva: “Un’altra giornata di allerta per Venezia. Il vento di scirocco continua a soffiare. Vi invito a evitare gli spostamenti e a tenervi aggiornati sul livello dell’acqua con il @ICPSMVenezia”.

A un anno da Vaia l’Alto Adige nella morsa della neve – Il 29 ottobre 2018 la tempesta Vaia colpì le Dolomiti, a poco più di un anno di distanza l’Alto Adige e le regioni limitrofe si trovano a dover affrontare una nuova emergenza, quella della neve. Solo un giorno di tregua e venerdì i fiocchi hanno ripreso a cadere intensamente. In serata risultavano isolate la val Badia, la val Senales, la val Martello, la valle dei Molini e la val di Tures. La val Venosta è percorribile solo con catene, mentre la statale della val Pusteria è bloccata al confine di stato a Prato Drava. Erano difficilmente raggiungibili anche la val di Fiemme e la val di Fassa, dopo la chiusura della statale a Fontane Fredde. In Alto Adige praticamente tutte le strade secondarie non sono state percorribili, anche in Trentino e in Veneto si sono segnalate problemi alla viabilità e alla rete elettrica. In Provincia di Bolzano utenze senza luce, soprattutto nella zona di Castelrotto. In val Pusteria, duramente colpita nei giorni scorsi dalla prima ondata di maltempo con un blackout durato anche 36 ore.

Un vecchio generatore elettrico di 400 kw dell’ospedale di Brunico, mandato da tempo in ‘pensione’, è tornato in servizio portando sollievo alla piccola località di Onies, sopra San Lorenzo di Sebato. Le 300 utenze da oltre due giorni erano senza luce. Anche in altre zone sono stati installati generatori della protezione civile. “Non abbiamo potuto riparare le linee interrotte perché attualmente è troppo pericoloso lavorare nei boschi a causa del rischio caduta alberi”, ha spiegato Martin Ausserdorfer che ha rinnovato l’appello a non uscire di casa. In val d’Ultimo, nel giro di poche ore, sono caduti 70 centimetri di neve. Con le precipitazioni dei giorni scorsi il manto nevoso in alcune zone ha già raggiunto quota 140 centimetri, un valore raramente misurato in passato a metà novembre. Gli alberi, che d’inverno reggono senza problemi il peso della neve, cedono per due motivi: la neve è particolarmente bagnata e perciò pesante e il terreno, sul quale fanno presa le radici, attualmente non è ancora gelato.

Sono in servizio senza sosta 150 compagnie dei vigili del fuoco, professionisti e volontari, che finora sono usciti per 300 interventi. Tre pompieri sono rimasti feriti, fortunatamente non in modo grave, in un incidente ad Albions, in valle Isarco. Durante un intervento un mezzo pesante dei vigili del fuoco volontari, una cosiddetta autopompa serbatoio, è uscito di strada e si è rovesciato su un fianco e scivolato per alcuni metri lungo un pendio innevato.

Centinaia milioni danni, 15-20 solo vaporetti  – Sarà un lavoro complesso e lunghissimo la conta dei danni causati dalla mareggiata a Venezia, alle case, ai negozi e ai suoi beni monumentali. Un calcolo che inizierà già domani con il ritorno in città del direttore della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che vedrà il sindaco Luigi Brugnaro, nominato commissario per l’emergenza. Subito dopo l’acqua alta il sindaco aveva fatto una stima di alcune centinaia di milioni di euro; cifra ipotizzata anche dal governatore Luca Zaia.

Nessuno però a Ca’ Farsetti, sede del Comune, si azzarda a fare cifre. Intanto sul piatto vi sono i 20 milioni di euro stanziati ieri dal Governo, con la dichiarazione dello stato di emergenza. Qualche conteggio, tuttavia, comincia ad uscire. L’Actv, l’azienda veneziana di trasporti, si è vista ‘portar via’ dalla mareggiata cinque vaporetti, sbattuti dal vento sulle rive o affondati. Solo per questi mezzi, e per i sei approdi semi-distrutti dalla forza dell’acqua, il direttore del gruppo Avm, Giovanni Seno, ha ipotizzato un conto di 15-20 milioni di euro.

“Solo per i vaporetti, completamente da rifare – dice – siamo sui 5 mln. Rifare interamente un approdo poi, può voler dire dai 4 ai 6 mesi di lavoro”. Capitolo a parte meritano le chiese di Venezia, non solo la splendida San Marco, ma anche le più piccole ma non meno preziose, come Torcello e Murano. A Venezia, spiega la soprintendente Emanuela Carpani, “ci sono almeno 60-70 chiese su un totale di 120 che sono andate sott’acqua”, senza contare i danni ai musei pubblici, dalle Gallerie dell’Accademia a Ca’ d’Oro, da Palazzo Ducale a Palazzo Reale o le Prigioni. Hanno sofferto in particolare Torcello e Murano, e poi pure il litorale, Chioggia e Jesolo.

“Per la Basilica di Torcello e per la Chiesa di San Donato a Murano è stato necessario l’intervento della Protezione civile per la messa in sicurezza di alcune parti”. Impossibile quantificare già ora i danni, spiega la soprintendente, ma alcune considerazioni iniziali indicano una necessità di 60-70 mila euro per ogni chiesa colpita, per i primi interventi. La soprintendenza ha immaginato un preventivo di un mln di euro solo per gli edifici di sua pertinenza. E poi naturalmente c’è San Marco. Il ministro Dario Franceschini oggi ha compiuto un sopralluogo nella chiesa simbolo di Venezia. “La cripta di San Marco è stata nuovamente invasa dall’acqua: si sta facendo il censimento dei danni – ha detto -, per fortuna non sono irreparabili ma ci sono. Ci sarà bisogno di interventi strutturali per tutta la chiesa”.