Il 3 luglio la Chiesa celebra San Tommaso apostolo, una delle figure più umane e profonde del Nuovo Testamento. Conosciuto soprattutto per il suo celebre “dubbio”, Tommaso è in realtà un esempio potente di come il cammino della fede possa passare attraverso la ricerca, il bisogno di vedere, toccare e comprendere.
Nel Vangelo di Giovanni, Tommaso è colui che, dopo la risurrezione di Cristo, afferma: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, non crederò” (Gv 20,25). Quando Gesù gli appare e lo invita a toccare le sue ferite, Tommaso si arrende alla fede con una delle più belle professioni del Vangelo: “Mio Signore e mio Dio!”
Da questo episodio nasce la celebre espressione “Tommaso incredulo”, ma in realtà egli è simbolo della sincerità nella ricerca della verità. Il suo percorso dimostra che Dio non si scandalizza del dubbio, ma lo trasforma in una fede ancora più profonda.
Secondo la tradizione, San Tommaso portò il Vangelo fino in India, dove fondò alcune delle prime comunità cristiane. Ancora oggi, i cristiani del Kerala si identificano come “cristiani di San Tommaso”. Si ritiene che sia stato martirizzato proprio in India, a Mylapore, vicino a Chennai, dove si trova il suo santuario.
San Tommaso ci insegna che la fede non è cieca, ma spesso nasce da un cuore che cerca, che chiede, che vuole capire. Il suo esempio incoraggia chiunque si trovi in un momento di incertezza a non temere: anche il dubbio può essere una via per arrivare a Dio.